TRS - La Roma perde il derby, ma non la convinzione di ciò cui sta lavorando. Luis Enrique ancora una volta ha mantenuto una invidiabile lucidità in conferenza stampa, ha ampiamente dimostrato di essere una persona intelligente e un allenatore con idee. La domanda che tanti si fann
La Lazio è stata la prima squadra, di quelle affrontate in queste prime otto partite ufficiali, ad aver aggredito la Roma, non aspettandola nella propria metà campo per poi ripartire in contropiede. La Lazio ha fatto pressing alto, non faceva respirare la squadra di Luis Enrique, obbligandola, inedito in questo inizio di stagione, ai retropassaggi e ai lanci lunghi. La Lazio ha creato, grazie a questo sistema di gioco, almeno cinque palle gol. La maggior parte delle quali con la difesa della Roma schierata (perché la Roma non riusciva a uscire). Praticamente lo stesso numero di palle gol concesse a squadre che hanno provato a contrastare i giallorossi con mezzi diversi. Con le ripartenze. Slovan Bratislava, Cagliari, Siena, Parma e Atalanta, hanno avuto occasioni in contropiede per fare male alla Roma. Non fa testo la partita con un'Inter inguardabile. Insomma, la Roma concede molto agli avversari, a prescindere che le si parino davanti con atteggiamenti prudenti o sfrontati. Logico pensare, a due mesi dall'inizio della stagione, che nella fase difensiva qualcosa debba essere rivisto.
La Roma subisce una media di un gol a partita. Il che non sarebbe preoccupante se non si aggiungesse il dato delle occasioni concesse. Troppe. Non serve che Luis Enrique stravolga il suo intendimento di calcio, ma alla lunga si rischia di lasciare punti e rimpianti per strada. Occorre forse che gli intermedi di centrocampo diano un apporto superiore quando la palla ce l'hanno gli avversari. Con il gioco di Luis Enrique, il Perrotta e il Gago (presente nel derby) partecipano alla manovra costantemente ma poche volte rinculano verso la propria area e ancora meno coprono le spalle ai terzini. E se saltano i meccanismi perché le gambe non girano o semplicemente perché l'avversario gioca meglio, i difensori centrali sono esposti a brutte figure, perché presi di infilata quando l'avversario non fa le barricate, o costretti a mortiferi uno contro uno se si subisce il contropiede.
Luis Enrique avrà la possibilità di continuare a lavorare con la massima tranquillità. Società e giocatori sono tutti dalla sua parte. Avanti con le sue idee. Ma magari per non lasciare i famosi punti e i famigerati rimpianti, potrebbe studiare piccoli accorgimenti. In attesa che migliori la fase offensiva. Perché la natura della Roma di Luis Enrique tende a rischiare quando l'avversario attacca. Quando i meccanismi saranno perfetti o quasi, la squadra sarà chiamata a creare un numero di palle gol elevatissimo. Perché la sensazione è che la Roma vincerà spesso mandando in 'over' il risultato.
Augusto Ciardi




