IL ROMANISTA (V. VALERI) - Un lancio in profondità che coglie la difesa giallorossa scoperta, un giocatore dellInter si avventa sul pallone che corre veloce verso larea. È Lucio, difensore brasiliano dalla falcata imponente, leve lunghe e movimenti sgraziati, ma spesso efficaci. È quasi arrivato sulla sfera, ma un bolide vestito di grigio gli si getta tra le gambe senza paura, mani in avanti, corpo disteso sullerba bagnata: è Stekelenburg, portierone olandese senza timore, ma sfortunato. Perché una delle lunghe leve di Lucio lo colpiscono in piena tempia, piede contro testa, a tutta velocità. Il replay di Sky è impietoso e fa anche impressione: la testa di Maarten viene scossa dallurto,
Il brasiliano Lucio, che negli attimi successivi al fattaccio è sembrato più preoccupato ad evitare una meritata espulsione che il morbido arbitro Paolo Silvio Mazzoleni da Bergamo gli ha risparmiato, e ripetere che voleva solo colpire la palla, con qualche ora di ritardo ha sentito il bisogno di scusarsi, tramite le telecamere di Controcampo- Linea notte, in onda stasera a mezzanotte: «In tutta la mia carriera non ho mai voluto far male ad un collega fa mea culpa lAtleta di Cristo- , e sono molto triste perché non avrei mai voluto che accadesse tutto ciò. Ho parlato con Sneijder che è in contatto con lui e mi ha detto che sta bene, sono più tranquillo. Anche ieri (sabato, ndr) durante lintervallo ho chiesto al medico giallorosso di informarmi sulle sue condizioni».
Lagente di Stekelenburg, Robert Jansen, parlando a Calciomercato.com non ha voluto soffermarsi sulle responsabilità del giocatore nerazzurro: «Non pensiamo se era volontario o involontario, se gli ha voluto far male o meno, ma al fatto che Maarten fortunatamente sta bene ha sottolineato il procuratore- . Quando si riprenderà completamente, parleremo con la Roma delleventuale responsabilità di Lucio. Per ora mi interessava sapere delle sue condizioni e per fortuna sono buone». Uno che, invece, non sembra proprio disposto a perdonare il brasiliano, è lesterno della Juventus Elia, connazionale del portiere romanista: «I hate Lucio», ha postato su Twitter, aggiungendo che avrebbe meritato il cartellino rosso. Un parere, questultimo, assolutamente condivisibile: la speranza è che la comunità religiosa alla quale appartiene Lucio, tanto attenta ai comportamenti dentro e fuori il campo dei suoi adepti, ricordi a uno dei suoi membri più illustri come ci si comporta verso gli altri colleghi. I calci in testa, siamo sicuri, non sono preventivati.