Si salvi chi può

17/09/2011 alle 12:39.

LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - Un piemontese di Grugliasco e un asturiano di Gijon, quando lo scudetto è ancora troppo lontano c’è bisogno di altro. Il calcio italiano è una commedia in cui si sbattono i personaggi, se lo spettacolo non c’è in campo si deve fare intorno. “Si allarga lo spread tra Gasperini e il Panettone” (Trio Medusa), Luis che la prende sportivamente



Gasperini ed Enrique hanno cambiato i sistemi di gioco - a Roma si sono a parlare di e a Milano la difesa a tre ha sollevato più discussioni dell’infinità dei numeri primi -, si sono scontrati con la vecchia guardia: per due mesi si è parlato di dove mettere Sneijder e . Spostare un campione di 8-10 metri significa scalare l’Everest. La pressione ha generato ansia e confusione. Limitiamoci agli attacchi: Gasperini a Pechino ha messo Sneijder ed Eto’o, in campionato Zarate, Milito e Forlan, in Zarate, Sneijder e Pazzini. Difesa a 3 o a 4 le ha perse tutte. Enrique alla prima di Eurolegue ha messo Okaka, Bojan e Caprari, al ritorno Caprari,  e Bojan (eliminato), in campionato Bojan, e Osvaldo (un pari e due gol fatti in tutto). E’ l’ansia che ti fa cambiare, per cercare disperatamente il risultato che tutti ti chiedono.



Enrique, per sua fortuna, sembra aver ricevuto una fiducia genuina: “Può perdere tutte le partite, l’allenatore è lui”. Una frase da incorniciare. E che andrà ripetuta spesso. A Moratti invece partono sempre dei “però” e dei “per ora”. All’Inter, tranne Mourinho, l’allenatore è storicamente più debole dei giocatori. Il “resultadismo” del resto è spietato.