Quando l'artista diventa operaio

27/09/2011 alle 10:18.

IL TEMPO (G. GIUBILO) - Trentacinque anni, diciamo che ormai è grandicello. Ma no: grande! La sua etichetta indelebile per chi si è conquistato l'empireo nella leggenda della Roma. Uno come lui quando nascerà? «Se nasce», rievocando i versi che Garcia Lorca aveva dedicato al matador Ignacio Sanchez Mejas. Lascio agli statistici il non fac

Francesco si porterà appresso un comprensibile rimpianto, non avere mai avuto la gioia di sollevare un Pallone d'Oro che avrebbe meritato, un trofeo che spesso va al più bravo in assoluto, eloquente l'esempio di , ma in molte occasioni ha invece premiato i risultati di una squadra. Nell'albo d'oro figurano i Sammer, i Papin, i Belanov, ma anche altri che a Francesco non erano degni neanche di allacciare gli scarpini. Ancor più apprezzabile, dunque, la fedeltà a quei colori che difficilmente avrebbero potuto issarlo sulla vetta del calcio europeo. Esemplare anche il contributo alla maglia azzurra, per la prima volta indossata a Udine tredici anni fa, nella vittoria per 2-0 sulla Svizzera, qualificazioni europee. Ultimo splendido omaggio, quella lucida esecuzione su un pallone pesantissimo, contro l'Australia nel Mondiale vinto. Ma il segnale più vivo di maturità, e di intelligenza, appartiene alla stretta attualità: quel progetto sposato, quel traino per i compagni verso la solidarietà a Luis Enrique. Non a parole, ma con un impegno feroce, l'artista che per il bene comune veste anche la tuta da operaio, come soltanto i grandissimi possono fare. Auguri, capitano.