IL ROMANISTA (V. META) - In principio fu Colantuono. Prima di Zeman, della Fiorentina e del Bologna, prima dei tatuaggi, dei venti gol in Liga e anche di quella Roma di cui oggi dice «mi ha riservato unaccoglienza calda, speriamo continui così...». Prima di tutto per Pablo Daniel Osvaldo cera Stefano Colantuono. Il tecnico romano, che domani pomeriggio sarà allOlimpico con la sua Atalanta dei miracoli, era alla guida dei nerazzurri anche quando, nel gennaio 2006, a Bergamo arrivò un ragazzo appena ventenne sbarcato dallArgentina. Corioni laveva pagato 1,6 milioni di euro allHuracán per rinforzare una squadra che lottava per tornare in serie A. Inizialmente aggregato alla Primavera
Prima di tutto per Pablo Daniel Osvaldo cera Stefano Colantuono. Il tecnico romano, che domani pomeriggio sarà allOlimpico con la sua Atalanta dei miracoli, era alla guida dei nerazzurri anche quando, nel gennaio 2006, a Bergamo arrivò un ragazzo appena ventenne sbarcato dallArgentina. Corioni laveva pagato 1,6 milioni di euro allHuracán per rinforzare una squadra che lottava per tornare in serie A. Inizialmente aggregato alla Primavera, il ragazzino ci mette poco per attirare lattenzione di Colantuono, che se lo porta in prima squadra non appena vengono risolti i problemi di tesseramento (ci vuole qualche mese) e gli fa chiudere la stagione con tre presenze, un gol e la promozione in A.
Di quei primi mesi in Italia, Osvaldo conserva un ottimo ricordo e oggi che sta per incontrare da avversario il suo primo maestro ne parla quasi emozionato: «Ormai sono tanti anni che non gioco allAtalanta - ha detto a Sky - e credo che sia la prima volta che ci gioco contro. Spero di fare una bella partita». Quando gli chiedono di Colantuono, lattaccante non usa mezze misure: «Il mister? Un grande, anche se purtroppo lho avuto poco perché il mio transfer non arrivava mai dallArgentina -ha spiega Osvaldo-. Ho giocato poco con lui, siamo stati insieme solo sei mesi, ma ho comunque dei ricordi molto belli: siamo saliti insieme in serie A».
Dopo quella risalita per Osvaldo sarebbe cominciato il lungo girovagare per lItalia che lavrebbe portato prima a Lecce - dove con Zeman avrebbe segnato otto gol in trentuno partite in serie B - e poi a Firenze e Bologna, ultima tappa della sua prima esperienza italiana. La seconda è cominciata poco più di un mese fa, ma in mezzo cè stata la felice parentesi dellEspanyol, che lha restituito alle scene internazionali come uno dei migliori attaccanti della Liga. «Le critiche di chi dice che mi hanno pagato troppo non mi interessano» ha detto dopo aver segnato a Parma il secondo gol in quattro giorni, quello che ha regalato a Luis Enrique la prima vittoria stagionale. Gli interessa solo fare gol, e pazienza se sulla sua strada troverà la squadra del suo vecchio maestro. «Voglio fare una grande partita» ha detto ieri. Contro lAtalanta Luis Enrique dovrebbe confermarlo titolare in un tridente completato da Totti e Bojan, favorito su Borriello e Borini. Di come sia lOlimpico quando urla il tuo nome dopo un gol, Osvaldo ha già avuto un saggio contro il Siena. Domani andrà a caccia del bis contro linizio del suo passato italiano. Senza rancore, chiaro.