Luis Enrique ha cambiato vita a sette veterani!

20/09/2011 alle 09:05.

CORSPORT (P. TORRI) - Perrotta terzino. Taddei pure. Cassetti centra­le difensivo. De Rossi centro­mediano metodista e anche terzo centrale difensivo. Bor­riello esterno offensivo. Pi­zarro intermedio. Totti tre­quartista. Se a qualcuno ser­vivano prove di come Luis Enrique stia rivoluzionando la Roma,



DUTTILITA’ -Non c’è dubbio che nel calcio moderno, la duttilità tattica di un giocato­re sia uno degli elementi che gran parte degli allenatori considerano un punto di ri­ferimento nelle scelte. Fa sempre comodo avere tre­quattro giocatori almeno in grado di ricoprire più ruoli, un’opportunità che evita di allargare le rose ma consen­te allo stesso tempo di poter avere sempre una soluzione giusta. Essere, oggi, un gio­catore capace di giocare in un solo ruolo, può rappresen­tare un limite. Certo che Luis Enrique, anche per necessi­tà contingenti, sta esasperan­do il concetto di duttilità, proponendo scelte estreme. Quando, a Milano, è stata uf­ficializzata la formazione della Roma, non c’è stato nessuno che non abbia visto quell’accoppiata di esterni bassi, Perrotta a destra, Tad­dei a sinistra, come una sfida ai confini della realtà, roba che se fosse andata male si sarebbe sentito di tutto e di più. Poi, peraltro, guardando bene quello che il tecnico spagnolo chiede ai suoi due esterni bassi, può giustifica­re una scelta di questo tipo,soprattutto, anzi principal­mente, perché in questo mo­mento la Roma non ha due giocatori tipo Cafu e Cande­la che sarebbero perfetti per il modulo di Luis Enrique, più ali che terzini, in grado di fare tutta la fascia con qualità e tecnica superiore alla media. In questo senso Perrotta, pur con tutta la sua buona volontà, non potrà mai essere un esterno basso di ruolo. (...)



NOVITA’ -
Tra le tante sorpre­se che fin qui ci ha regalato Luis Enrique, quella che si­curamente sembra convin­cere di più, è il ruolo che ha ritagliato per , ruolo da antico centro­mediano metodista con li­cenza di trasformarsi anche in terzo centrale difensivo. Il centrocampista era reduce da due stagioni non proprio esaltanti, in questo primissi­mo scorcio di stagione è tor­nato a giocare si livelli eccel­lenti, difensore aggiunto e regista basso, capace, come a San Siro, di dominare la par­tita. Un nuovo ruolo che po­trebbe far comodo anche al ct azzurro Cesare Prandelli. Un po’ meno, al contrario, sembra convincere in versione spagnola, centra­vanti arretrato, quasi tornato a fare quel ruolo di trequar­tista con cui si è affermato. Convince meno soprattutto perché, almeno oggi come oggi, in una Roma che fa una certa fatica a fare gol (solo due reti realizzate nei quat­tro impegni ufficiali sin qui affrontati), allontanare dalla porta il capitano romanista, sembra perlomeno un con­trosenso. Se non altro perché allontanare dalla porta av­versaria il giocatore che ha più confidenza con il gol, ri­schia di trasformarsi in un autogol.