
IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Lui, nel febbraio di cinque anni fa, fece una scelta precisa. E decise di puntare prima sulluomo e poi sul calciatore. Una mossa che si rivelò vincente, visto quanto accaduto la notte del 9 luglio del 2006 sotto il cielo di Berlino. Lui è Marcello Lippi, cittì dellultima Italia campione del mondo, cioè colui che nonostante Francesco Totti avesse una gamba spezzata a pochi mesi dallinizio del mondiale non mollò un solo istante il capitano della Roma. Andò a trovarlo a Villa Stuart il giorno dopo lintervento alla gamba sinistra, ci parlò, lo tranquillizzò e, soprattutto, continuò a tenerlo al centro del suo progetto tecnico in vista della Germania.
E ancora, smentendo involontariamente qualsiasi accostamento con la parola pigrizia. «Io ho vissuto al suo fianco un momento per lui particolarmente sfortunato per quellinfortunio che lo poteva estromettere dal mondiale. Lui, apprezzando la mia vicinanza, si è legato molto a me, fidandosi. Ha collaborato, siamo sempre stati in contatto e ha lavorato tanto in quei mesi durissimi. Mi ha impressionato per la volontà che ci ha messo ogni giorno, ho visto i suoi sforzi durante la preparazione personalizzata che avevamo concordato insieme». Un calciatore irreprensibile sotto tutti gli aspetti, il parere di Lippi. «A prescindere da quel periodo, con lui non ci sono mai stati malintesi. Ha sempre accettato serenamente tutte le mie decisioni. Sia se lo mandavo in panchina, sia se lo mettevo in campo per mezzora. Francesco non mi ha mai creato un problema. E faccio fatica a immaginare che possa crearne a qualcuno. Io con lui ho sempre scelto la strada del dialogo: gli spiegavo qualsiasi decisione, lui capiva e la accettava. In allenamento è sempre stato esemplare, ha faticato tanto e tanto mi ha dato in ogni situazione, sempre con la massima disponibilità. E non chiamo in causa la qualità, perchè quella non si discute». Poi, una precisazione. «Sono daccordo con quanto ha detto Claudio Ranieri: Francesco mangiallenatori non esiste proprio. Chi dice una cosa simile, non lo conosce».
A questo proposito, laltro giorno Walter Sabatini non ha etichettato Totti come un mangiallenatori, ma ha dichiarato che «Totti non può correre il rischio di passare per un mangiallenatori». Al di là di questo, si continua da più parti a proporre unimmagine di Totti che non è quella reale. Lui se ne sta in silenzio semplicemente perchè, prima di parlare, vorrebbe che altri (Baldini in primis) parlassero direttamente con lui. Da indiscrezioni che arrivano da Londra, però, larrivo a Roma di Baldini prima dellinizio del campionato non è affatto scontato. Anzi... Così come non è certo che oggi, alla ripresa degli allenamenti, ci sia un incontro ravvicinato tra Totti e Sabatini per iniziativa del capitano. Intanto, Francesco ha già ricomposto (per volere di entrambi, sia chiaro) il rapporto con Luis Enrique: non cè bisogno di ulteriori chiarimenti, di faccia a faccia o di cose di questo tipo. Probabilmente i due non saranno mai amici, ma compagni di lavoro sì.
Finalino di Lippi, a tal proposito. «Sono convinto che Francesco aiuterà Luis Enrique a fare il suo percorso. La sua voglia di Roma non finisce mai: farà crescere la nuova Roma e sosterrà soprattutto il nuovo tecnico per il bene della squadra».