
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Otto giorni all'inizio del campionato, un mercato ottimo fatto di undici acquisti, quarantadue milioni messi dentro dalla nuova proprietà per un progetto tecnico ancora in fasce: era il cambiamento chiesto e voluto a gran voce dalla piazza dopo il declino. Eppure a Trigoria si vive di nuovo «solo» in funzione del caso-Totti.
La soluzione quindi secondo Sabatini è che sia lo stesso Totti, per una volta, a fare un passo indietro. «Un calciatore, un campione come lui è naturale che non vuole mettersi in discussione: e non si tratta delle sue qualità, è un calciatore che ha espresso le maggiori qualità nel campianto italiano. Adesso è più utile con 20 partite invece che con 30, deve gestirsi bene, deve mettere da parte qualsiasi forma di vanità. Quando va in panchina deve avere il sorriso anche fuori per non mettere in imbarazzo i calciatori giovani. Totti ha sempre avuto comportamenti ineccepibili. Luis Enrique deve poter scegliere serenamente. Totti non merita questo, che si racconti che ha demolito gli ultimi sei allenatori a Roma. Non deve essere che chi tocca il filo muore». La palla passa al capitano che nessuno ha mai obbligato a rimanere in silenzio come lo stesso ds tiene a precisare. Anzi. «Francesco parla quando vuole. Nessuno ha chiesto a Totti di non parlare. Anzi, è il contrario: la Roma ha accettato che lui non parli. È semplice: è un mio auspicio che Totti venga in conferenza. Può dire qualsiasi cosa. Non facciamo un calcio sotto la cenere». Ma il problema, sembra essere un altro e Sabatini lo ha chiaro in testa. «Questa città non accetta l'idea che Totti possa anche non giocare. Si crea subito un movimento di opinione fragoroso. Ho detto e ribadisco, Totti subisce questa cosa. Luis Enrique ha fatto una sostituzione che io non avrei fatto ma rimane un allenatore formidabile che dobbiamo sostenere. Ha portato le sue idee e il suo lavoro. Non possiamo distruggere Luis Enrique. Non deve essere Totti che distrugge l'allenatore. Forse Baldini poteva evitare un aggettivo ma non va messo in discussione per questo, è lui che deve spiegare. Non si parlano forse per orgoglio personale. Si spiegheranno». Toglie comunque anche l'ultimo dubbio: quello che di fatto apre una nuova era. «Non esistono giocatori intoccabili nel calcio moderno se vogliamo essere competitivi. Bisogna venire fuori da questa situazione che sta uccidendo una squadra. Tutto viene annebbiato da questo problema».
Ma alla domanda finale su una possibile partenza del capitano (i bene informati sono convinti che in caso di scarso utilizzo il capitano potrebbe salutare addirittura a gennaio) Sabatini non ha dubbi. «Nessuna, non riesco a immaginarlo anche se ho un'immaginazione prepotente. Non si deve abituare alle esclusioni, deve gestire bene se stesso. Deve mettere da parte qualsiasi forma di vanità per aiutare il gruppo. Si deve adoperare intorno all'idea che questa squadra si formi con Totti». Come sempre l'ultima sentenza la darà il campo: lì è abituato a replicare il capitano della Roma, che lunedì potrebbe parlare della questione direttamente con Sabatini.