Giocatori senz’anima, altro che modello-Barça

13/09/2011 alle 09:24.

CORSPORT (L. CASCIOLI) - C'è qualcosa di vecchio, anzi d’antico, in questa “nuova” Roma e mi riferisco alla lentez­za della manovra, alla scarsa velocità dei movimenti colletti­vi, al gioco privo di intensità. E questo, mescolato all’imbaraz­zo dei giocatori di dover im­provvisare



E’ piaciuto , che ha i numeri per diventare protago­nista della rinascita giallorossa; è piaciuto José Angel, nonostan­te siano tutte sue le dirette re­sponsabilità della sconfitta; è piaciuto persino , che nei pochissimi minuti in cui si è vi­sto in campo è stato tra i più propositivi e concreti. Tra le de­lusioni spicca quella di Bojan, sul quale la “nuova” Roma si è giocata l’en plein. Il ragazzo non c’è, non si è visto. Avesse fatto la metà delle cose che ci ha fatto vedere Cossu, in un ruolo molto simile al suo, ci sen­tiremmo meno inquieti. Dome­nica Bojan era una palla di piombo. E’ molto giovane, è ve­ro. E’ molto inesperto ed è stato anche molto trascurato dai compagni (...)



Insomma, ci sembra molto dura. Ci vorrà più tempo del previsto, cominciando con il conferire maggior peso e mobi­lità al reparto offensivo, appar­so totalmente inerme e tradito dalla lentezza del gioco. Non sappiamo cosa può valere Osvaldo, ma non lo sapremo mai se in una partita giocata in casa, resta a fluttuare come un corpo morto, sempre sballottato come un sughero da tre avver­sari. A questa Roma che si è proposta subito così poco italia­na, con i suoi dirigenti america­ni, con il suo allenatore spagno­lo, con i suoi tanti stranieri pio­vuti dal Sudamerica, dall’Olan­da, dalla Danimarca, dalla Bo­snia, manca forse un po’ di con­cretezza italiana. Non che il calcio italiano rappresenti oggi un fulgido esempio, ma nella sua tradizione tattica e agonisti­ca esistono valori che a questa “nuova” Roma fanno difetto. Tutto ciò che è giovane e nuovo appartiene ai miti della nostra società. Ma senza gettare alle ortiche i valori dell’esperienza. Il pubblico infine vuole talmen­te bene a questa squadra che non è riuscito neppure a fi­schiarla. S’è comportato insom­ma come Luis Enrique, più sor­preso e deluso che arrabbiato. Ha lasciato fare. Forse però è meglio cominciare ad arrab­biarsi. A Roma si dice che “Las­sa fa’ se fece arubba’ la moje”.