Esempio Francesco: è il Tottifare

23/09/2011 alle 10:40.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - Osservi il tabellone dell’Olimpico, scuoti la testa, cerchi un appiglio per salvare la notte e pensare che la rivoluzione sarà pure fichissima, ma di feriti ne sta facendo parecchi. Poi ragioni sul fatto che questo ragazzo qua compirà 35 anni tra quattro giorni. Ripensi che se sei Lui, a 35 anni potre

Poi ragioni sul fatto che questo ragazzo qua compirà 35 anni tra quattro giorni. Ripensi che se sei Lui, a 35 anni potresti anche accomodarti lassù, dietro le punte, ad aspettar palloni e giocare con piedi di fata. E invece è sceso laggiù. Tra i comuni mortali. Tra i difensori, a mordere caviglie, addentare palloni. Lui si salva. S’è salvato pure stavolta. Ode all’Eterno. Gliel’ha dedicata la Sud. Di nuovo. Non è solo amore. È di più. È sincero apprezzamento per quello che questo ragazzo fa per la Roma. Per la Roma ha fatto pure questo, ieri: il difensore aggiunto. Ha preso a sportellate l’avversaio. L’ha costretto all’errore. L’Olimpico, lo stadio in attesa dello Stadio - quello con la "s" maiuscola, quello di DiBenedetto - gli ha concesso una standing ovation. Francesco è poi tornato con umiltà e senso della Roma a calarsi nei panni che Luis Enrique gli ha consegnato. Quelli del trequartista, dell’inventore di gioco, del creatore di sogni. Errori al minimo, palle ricamate, si è sistemato lontano dalla porta. Difficile fare gol quando giochi così dietro. «Francesco seguimi, e con me ne segnerai ancora tanti altri».

Ma è uno, mica trino. Se arretra a cercare gioco, il palcoscenico è per gli altri, semmai. Se la Roma vincesse, chissenefrega. Perché per c’è la Roma e poi c’è la Roma e poi c’è ancora la Roma. Francesco non cerca la fama, a 35 anni e dopo venti stagioni con questa maglia, non ne ha certo bisogno. Dicono che si lamenti perché, giocando così dietro, Altafini a 216 gol in A non lo prenderà mai. Cretinate. Il punto è che, giocando così dietro, può limitarsi a insegnare calcio. Ma i gol? « è l’esempio di come vanno affrontate queste situazioni». È l’ennesimo elogio di Luis Enrique. Perché Francesco è un modello di sacrificio. Lo è stato pure quando sostenevano che fosse Lui il problema dell’avvio stentato della Roma. Perché se n’era andato dopo una sostituzione incomprensibile. Con Okaka. Quello che i tifosi hanno visto ieri sera è l’esatto opposto: non è mai il problema, ma la soluzione. C’è chi sostiene che adesso vada fermato. Per permettergli di riposare. Lo chiamano . Lui contro il Parma non deve giocare, dicono. Ma come si fa con «l’esempio?».

Come si fa a tenere in panchina - peggio: a non convocare - uno dei pochi che ieri ti faceva cullare un altro finale, un altro punteggio, la prima vittoria? Non puoi. Perché, pure, col Parma è una striscia epica. Il Parma - oh! - è lo scudetto. Ed è col Parma che ha segnato il gol 108, che ha superato Pruzzo, che ha bussato alla porta della Storia e la Storia gli ha aperto. È col Parma che ha preso Hamrin a 190 gol, un anno fa. Dicono che potrebbe riposare. Dicono. Ma mai come ora il deve esserci. Perché se la Roma non deve mollare, l’esempio è lui. Anzi, Lui. Dicono che stia per compiere 35 anni. Dicono.