
IL ROMANISTA (C. M. GARGIOLI) - Eccoci qua. La prima giornata di campionato, che in realtà è la seconda, ha inizio. Un appuntamento damore, rimandato di una settimana. Atteso come mai. Un caldo estivo che confonde le carte: siamo a fine stagione o allinizio?
Un caldo estivo che confonde le carte: siamo a fine stagione o allinizio? E si vedono tante facce vecchie e nuove. Qualcosa è cambiato, non solo in campo anche nel nostro gruppo. Lappuntamento è sempre da Peppe, alla pasticceria, ma la saracinesca è abbassata perché la crisi ha deciso così. Le pelli abbronzate di Christian e Antonella hanno il profumo dellestate e il nuovo taglio alla Balotelli del piccolo Matteo quello delle nuove generazioni. Stesso settore, stesso posto. Alma è presente con il suo bastone nuovo e un piccolo dramma: ha appena smarrito labbonamento dellamica. Sono passati 10 anni dall11 Settembre della tragedia e mi trovo esattamente dovero nel 2001. Lavoravo nello staff dellAs Roma e quella sera, mentre le Twin Towers crollavano trascinandosi dietro lAmerica, la Roma giocava in Champions contro il Real Madrid. Perse 2-1, ironia della sorte. Dieci anni dopo, un po d America e un po di Spagna sono qui con me allo Stadio Olimpico. I ragazzini gareggiano per indovinare i nomi dei nuovi arrivati. Sugli spalti un Clonate Totti ruba la mia attenzione. In campo i calciatori scherzano, pogano e si chiudono in un cerchio stretto per caricarsi prima del fischio dinizio. Osservo tutto con sospetto e fiducia.
La tribuna Tevere sembra la spiaggia di Focene e di stelle e strisce non vè traccia. I coriandoli scendono dal cielo ed è come assistere a una festa di compleanno: la nuova Roma sta nascendo. La partita diverte anche se il primo tempo ci lascia la bocca asciutta e per il secondo mi sarei augurata la stessa sorte. Mi continuo ad agitare sul seggiolino, bevo, tiro su e giù gli occhiali da sole. I raggi arrivano a scaldarmi il collo. I minuti scorrono e la Roma è affaticata. «Non si può!» urla Mirko quando Gava butta fuori il migliore in campo: Angel. Langelo che ci getta allinferno, infatti pochi minuti dopo la sua esclusione, arriva il gol dellormai poco originale Daniele Conti. Qualcuno rivolgendosi al di lui padre urla: «Fa pace co tu fijo!». La Curva canta, niente niente sembra scalfirla. La mia mente illusa corre al 2010: «Loro al 90 sul 2- 0 hanno pareggiato, noi possiamo vincere!». Mirko e Fabietto mi guardano con poca convinzione. Corsi e ricorsi perché in effetti oltre il 90 i gol arrivano: raddoppia il Cagliari e accorcia la Roma con De Rossi ma è troppo tardi. «Chi comincia bene è a metà dellopera». Sandro commenta così la prima giornata di Campionato e, dopo essersi rifiutato di puntare su qualsiasi scommessa gli abbia proposto, se la prende con il nuovo scooter di Marco: «Porta sfiga!». La Curva continua a cantare anche dopo il triplice fischio perché quando si ama si vince sempre e perché se Dio per creare il Mondo ha impiegato 7 giorni, Luis Enrique per la nuova Roma avrà bisogno di molto più tempo e questa è solo la prima di campionato: possiamo aspettare.