LA REPUBBLICA (M. PINCI) - «Incominciare a vincere». Perché al di là di new media e merchandising, la Roma è prima di tutto una squadra di calcio. Lo sa anche Tom DiBenedetto. «Ma una cosa è avere lidea spiega in unintervista a lEspresso unaltra avere le persone giuste per realizzarla». Quelle che è convinto di aver trovato nella capitale: «Luis Enrique, Franco Baldini e Walter Sabatini sono in grado di vincere», giura. Il successo, però, nasce fuori dal campo: «Roma è il centro delluniverso per 2 miliardi di persone. La mia sfida è trasformare i clienti della città in tifosi, sviluppare il marchio attraverso il web, investire sui social media e nel marketing di Internet».
Un passato che, conti alla mano, ha portato negli ultimi tre esercizi perdite per 54 milioni. Per questo, «La priorità dei club italiani ricorda DiBenedetto è aumentare le entrate». Primo passo, uno stadio di proprietà: «Speriamo il 2012 sia lanno buono. Alemanno è al nostro fianco, valutiamo opzioni su diverse aree. Vari developers locali hanno espresso il loro interesse ad essere coinvolti». Alcuni, come Toti e Mezzaroma, incontrati di recente dal numero uno giallorosso. «Ma chiarisce servirà la collaborazione delle forze politiche». A partire dal premier Berlusconi: «Sfortunatamente è alle prese con altri argomenti. E qui mi fermo».
È pronto invece al rientro Stekelenburg in vista del match di domani con lAtalanta: «Sono pronto» giura il portiere, dopo il via libera dei medici. Restano i dubbi di Luis Enrique: dovesse giocare, potrebbe convocarlo lOlanda. Dopo il precedente Lamela (che su twitter si candida per esserci), nessuno vorrebbe rischiare.