Diamo tempo al progetto

12/09/2011 alle 12:23.

IL TEMPO (G. GIUBILO) - Del peccato di falsa partenza può macchiarsi perfino Usain Bolt, nessuno può consentirsi di metterlo in croce. Ma in questa città umorale, e il discorso non riguarda la folla del'Olimpico, comprensiva e ragio

Si è trovato, il giovane tecnico spagnolo, a delineare e organizzare una formazione con quindici giorni di lavoro, spesso anche meno, alle spalle. Una torre di Babele da erigere con esecutori che parlano linguaggi diversi e che devono abituarsi a guardarsi in faccia per intendersi tra loro. Nella Roma dell'esordio si sono registrate prestazioni deludenti, con attenuanti: la scarsa familiarità di Bojan con un gioco in unusuali spazi dilatati, il ritardo di condizione di Osvaldo che deve adeguarsi a una posizione defilata. Ma segnali incoraggianti vengono da uno straordinario Josè Angel, che purtroppo non ci sarà contro l'Inter, dalla lucida visione di . Forse, per toccare tasti meno esaltanti, diciamo che Heinze e Burdisso sono due ottimi centrali, ma non una coppia, come accadeva del resto per Mexes e Juan. Pesati pregi e difetti di questo sfortunato passo di entrata, mi sento del tutto solidale con i nuovi indirizzi e con il loro gestore. Se poi qui a Roma c'è ancora qualche nostalgico del non gioco e dei punti lucrati con il cinismo e con la noia, si accomodi pure, manca soltanto che, per insidiare la panchina di Luis Enrique, compaiano gli spettri di un Sonetti o perfino di un Cavasin. Vi prego, rivolgete al cervello una parola di pace.