
IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Lamore che conta è solo quello per la Roma. Lamore che conta oggi, quando Daniele De Rossi rimetterà piede allOlimpico, ma anche nella settimana che verrà, quando potrebbe esserci un incontro, forse decisivo, per il rinnovo
A ripensarci oggi forse un bene, visto che per la prima volta dopo anni De Rossi ha avuto la possibilità di riposarsi. Di staccare. Fisicamente lo ha fatto poco, visto che si è allenato da solo a Ostia e ha perso anche un paio di chili. Mentalmente invece è tornato trasformato. Bastava vederlo laltra sera in Nazionale oppure basta sentire Prandelli, a cui brillavano gli occhi nel vederlo così a Coverciano. Così forte, così motivato, così tranquillo. Così De Rossi. Quello a cui mezza Europa sarebbe pronta a offrire un contratto in bianco oppure con tanti zeri. La Roma a certe cifre (nove, dieci, centomila milioni lanno) non può arrivare, ma può - e vuole - comunque andargli incontro. Economicamente, magari aumentando lofferta di quattro milioni più i premi, e tecnicamente, garantendogli sempre la possibilità di giocare in una squadra da vertice. Una squadra che lotta per grandi traguardi: questo De Rossi ha chiesto. Come professionista. E come tifoso. Le due cose vanno di pari passo. Da 249 partite. E oggi Daniele scenderà in campo per la 250esima volta in campionato con la maglia della Roma. Lamore conta e i numeri contano ancora di più, soprattutto quando raccontano di un giocatore che sta per iniziare la decima stagione in serie A. Contro il Cagliari, a cui ha segnato 2 volte: la prima l8 febbraio del 2006, la seconda proprio un anno fa, nel 5-1 che segnò una delle peggiori umiliazioni della Roma di Ranieri. Una serata da dimenticare, mentre oggi - Luis Enrique insegna - dovrà essere «un grande giorno».
Se giocherà da intermedio o da centrale ancora non si sa, lallenatore lo comunicherà a lui e alla squadra soltanto stamattina. Però ci sarà e questa è già una sicurezza. Perché in un reparto profondamente rinnovato sarà e dovrà essere lui la guida della squadra. Non che sia una novità, ma questanno, più del solito, ci si aspetta qualcosa in più. Ci si aspetta De Rossi, semplicemente. Quello che fin dal primo giorno di ritiro ha conquistato Luis Enrique: «È fondamentale, è un elemento chiave, uno dei più forti giocatori al mondo - le parole dellallenatore dopo qualche giorno di raduno a Riscone - Già lo conoscevo da giocatore e, adesso che lho conosciuto di persona mi piace ancora di più. È bello vedere la sua voglia di vincere, ma anche come ascolta, come si impegna, con lumiltà e la disponibilità per mettersi a disposizione della squadra. Spero si senta coinvolto in questo progetto». Lo è. Anche in questo caso, come professionista e come tifoso. Lo è come De Rossi, il guerriero che oggi lOlimpico è pronto a riabbracciare. Perché lamore conta. Eccome se conta. Basterà vederlo di nuovo in campo per capire quanto.