
LEGGO (F. BALZANI) - Dalle parti di Trigoria sono certi: a Bojan serve un giro in panchina. Nelle prime tre uscite ufficiali della Roma (contro Slovan e Cagliari), lo spagnolo è apparso abulico, fuori dal gioco, senza nerbo. Un atteggiamento che Luis Enrique non ha gradito affatto.
Per comprendere meglio le fragilità di Bojan basta fare un passo indietro, a febbraio 2008, quando fu convocato dallallora ct della Spagna per la gara contro la Francia.
Lesordio con la maglia delle Furie Rosse gli fece tremare le gambe. Una sospetta chinetosi gli fece perdere il privilegio di essere il più giovane giocatore a esordire con la maglia della Spagna. Ad agosto dello stesso anno viene convocato da del Bosque per unamichevole contro la Danimarca: lesordio viene rimandato nuovamente. Nei giorni seguenti, il tecnico serbo Radomir Antic esprime il desiderio di convocarlo, ottenendo un nuovo rifiuto.
A Barcellona descrivono Bojan come un bravo ragazzo, riservato e un po timido. Un po troppo, secondo qualcuno. Proprio per questo la società catalana, che ha visto crescere Krkic dalla cantera alla prima squadra, ha deciso di mandarlo a «farsi le ossa» a Roma. Dove Bojan è stato indicato da subito come lerede di Francesco Totti che alla sua età aveva segnato meno gol, ma mostrato un carattere per nulla fragile. Il padre, suo omonimo, vive con lui a Roma e gli fa da procuratore e portavoce (altro segnale della mancata maturità di Krkic). «Dategli tempo e farà vedere quello che vale», ha dichiarato il genitore-tuttofare. Limpressione però è che al momento Luis Enrique (vista la crisi di risultati) di tempo non ne abbia poi così tanto. «Non capisco tutto questo clamore per la sostituzione di Francesco?», aveva dichiarato Bojan. La sua esclusione non farà altrettanto rumore.