
IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Adesso è uscita fuori quella del ruolo. Come se non si fosse capito dal primo allenamento a Riscone di Brunico il 15 luglio quale sarebbe stato quello di Francesco Totti questanno: attaccante con licenza di segnare ma con la necessità di andare verso il centrocampo nella costruzione dellazione. Totti è stanco non del ruolo, ma che ogni giorno escano parole, nomi, cose e città sul suo conto quando lui è uninfinità di tempo (quantè?) che non dice niente.
LA CONFERENZAFrancesco sapeva che Sabatini sarebbe andato a parlare di lui. Il direttore sportivo glielo aveva annunciato e gli aveva anche accennato il contenuto che è sostanzialmente quello che Sabatini ha raccontato per la prima mezzora. Si vedeva che Sabatini non aspettava altro che quella domanda. Ci ha messo la faccia per smuovere una situazione, soprattutto mediatica, che rischiava e rischia di compromettere il lavoro della squadra, di questa avventura, di una rivoluzione che sha da fare. Tutta quella parte là a Totti è andata bene, è in quella conclusiva che si è ritrovato di meno. O anche per niente. Ma quello è stato il momento in cui Sabatini - che è animo letterario - si è ritrovato quasi costretto a rispiegare concetti già espressi prima. Per i poeti lo sforzo della ripetizione è pressoché insostenibile. Quandè così si rischia di banalizzare, di appiattire significati che devono restare liberi e vivi. Perché era chiaro: Sabatini ha fatto la conferenza per cercare di alleggerire linsostenibile leggerezza dellessere Totti, quella stessa situazione, innanzitutto mediatica, che giorno dopo giorno si appesantisce. E lo ha fatto annunciandolo a Francesco e dicendo cose del tipo «lui è il più grande», «è speciale anche come persona», «è lattore di questa scena e se la deve prendere». Gli ha ridato le chiavi in mano della Roma, o se volete ha passato a lui il pallone visto che è il più forte di tutti coi piedi, eppure per tutti è stata una conferenza in cui si è chiesto a Francesco un passo indietro. E dire che Sabatini gli ha dedicato pure una poesia. Meno male che quella resta scritta. Dal punto di vista di Totti che è successo?
Che - suo malgrado - si è ritrovato spettatore immerso di se stesso - giocatore in cerca dautore - a guardare o a leggere domande simili: «Sabatini ha detto che così Totti uccide la Roma?». Quandè così lo sgarbo non è tanto e solo a Sabatini, ma anche e soprattutto a Totti. Pure questo era stato - letteralmente - predetto dal vate in conferenza: «Attenzione è Totti che subisce questa situazione».
AL CENTRO DEL PROGETTOGlielo ha detto Sabatini, ma glielo ha detto non solo laltro ieri, probabilmente pure ieri, e probabilmente glielo ripeterà domani. Glielo dirà anche Baldini quando arriverà. Totti aspetta quello. Glielo hanno già detto Di- Benedetto e Luis Enrique: «Totti è al centro del progetto della nuova Roma». Talmente al centro che da attaccante lo vogliono spostare pure un po più in mezzo. Non è solo una boutade.
LUIS ENRIQUE Se lo spagnolo è il braccio armato dallInghilterra per fare fuori Totti e se quindi Totti è atterrito da questo, come mai con Luis Enrique i rapporti anche adesso sono più che buoni? Perché ci scherza? Perché ci si allena e fa tutto, ma proprio tutto quello che gli chiede, anche giocare - come direbbe qualcuno - «da centrocampista»? Non è uno scherzo: dal 28 marzo 1993 a questa settimana di Roma-Cagliari, Totti ha sempre giocato dove gli ha chiesto lallenatore di turno. Una volta a Reggio Calabria con Del Neri e nel fango ha fatto il mediano. La macchina da 200mila gol che è diventata nasce in una sera din- verno di dicembre del 2005 a Genova perché Spalletti era rimasto senza prime punte. Quella sera Lucio gli chiese: «Francesco te la senti di giocare da attaccante puro?». Quale è stata la risposta secondo voi? Adesso Lucho gli sta chiedendo più o meno la stessa cosa. Totti, certo che sì, preferirebbe fare la prima punta e basta, ma i suoi dubbi sono anche le sue speranze: in fondo questa squadra non ha mai giocato insieme; con lo Slovan cerano i ragazzini (benedetti!) a centrocampo, quando ci saranno Pjanic, De Rossi e Gago che succederà? Magari che Totti da lì sulla trequarti fra palco e realtà farà persino più gol. Perché no? Lui di certo non ha mai detto di no a nessuno. E sempre sì alla Roma.
AMEN Totti tornerà a parlare dopo averlo fatto con Baldini. Magari anche prima, ma prima deve ritrovare serenità: basta un gol, e poi un altro, magari già domenica col Cagliari. Poi magari Totti fa una conferenza alla Totti e spiazza tutti. Anche quelli che credono di conoscerlo. A proposito. Ieri tra le mille indiscrezioni è uscita anche quella con tanti punti esclamativi di un capitano che lunedì pomeriggio al suo direttore avrebbe quasi urlato: «Basta! Lasciatemi in pace!». Appunto. Lasciatelo in pace. A ognuno il suo ruolo.