Si alla rivoluzione

31/08/2011 alle 11:02.

IL ROMANISTA (P. CENTO) - L’editoriale di Camillo Ricci merita una riflessione seria perchè solleva senza ipocrisia le questione del rapporto tra calcio, potere e politica che riguarda la nostra Roma ma non solo. L’arrivo degli americani

Voglio ricordare. a noi tutti solo due questioni che rendono chiaro l’intreccio perverso tra calcio e politica: la tessera del tifoso e la legge ancora ferma in Parlamento suoi nuovi stadi, con i tentativi di speculazione e rendita fondiaria ad essa abbinati. Non è casuale che proprio su queste due questioni la nuova proprietà giallorossa guidata da Thomas Di Benedetto abbia iniziato la propria rivoluzione mettendole in cima della propria agenda, scontrandosi con il ministero dell’Interno, il vertice del calcio italiano e lobby politiche. Bastano queste poche considerazioni per stare dalla parte di questa rivoluzione possibile nel calcio italiano contro ogni forma di conservatorismo dei vecchi equilibri di potere che peraltro hanno sempre penalizzato la Roma e i suoi tifosi, e che in questi anni hanno reso assai piu debole la capitale anche negli altri ambiti della vita civile, politica e sportiva. Il sostegno a questa nuova Roma e la pazienza per avere sul campo dei risultati sportivi, non deve e non può però nascondere le osservazioni anche critiche che dopo l’eliminazione dall’ Europa sono emerse da tanti tifosi che con la loro passione sono il primo vero capitale sociale della As Roma. Per questo patto di leale sostegno al progetto Roma è lecito attendersi chiarezza negli obiettivi da perseguire e umiltà nell approccio verso una realtà che va comunque rispettata. La vicenda ha fatto così rumore perchè questi due elementi sono stati sottovalutati dal mister e dalla dirigenza. Ora, forza ragazzi perché se la scommessa funziona ne vedremo delle belle nel calcio italiano e anche nella politica.