
IL TEMPO (M. DE SANTIS) - Orecchini, tatuaggi, anelli, la barba incolta quanto basta, i capelli raccolti e la maglia numero nove. Roma, per Pablo Daniel Osvaldo, vuol dire vendetta. «Ho voglia di prendermi una bella rivincita». Il manifesto programmatico dell'italo-argentino è chiaro: «All'Espanyol ho trovato la continuità che mi era mancata in Italia e u
A Roma troverà tanta correnza leale, ma non l'amico De La Peña: «Ivan mi aveva detto che mi voleva qui, io gli avevo risposto che sarei venuto volentieri. Mi dispiace che non sia più a Trigoria, ma spero che possa tornare». Un passato alla Fiorentina, la Roma e la «mitraglia» sono lì, ma Osvaldo preferisce non giocare al gioco delle somiglianze. «Batistuta è sempre stato il mio idolo, ma non so se gli assomiglio. Mi accontenterei di fare la metà di quello che ha compiuto Bati». Promessuccia finale: «A Firenze mi ricordano per due gol importanti, a Roma spero che lo facciano per 20 reti in una stagione».