
GASPORT (M. CECCHINI) - Ammettiamolo, non occorreva un indovino. Che un nuovo progetto puntato su giovani di talento da affidare ad un allenatore semi-esordiente e per giunta con fama da integralista, potesse difficilmente sposarsi col ruolo «storico» di Francesco Totti nella Roma era altamente probabile. Ciò che sorprende, però, è che dopo solo un mese
Esempi? In conferenza abbiamo visto l'allenatore reiterare il suo «non vi devo spiegazioni» e dirigenti seccati per le domande, sul mercato si sono notati rapporti fin troppo stretti con altri club (Palermo e Samp) e manovre import-export sugli extracomunitari che lasciano eticamente perplessi (Mendy e Koffi). Tutto già visto, tutto già (spesso) criticato. Un nuovo gioco ha bisogno di tempo per essere metabolizzato, ma per cambiare la condotta quotidiana è più facile: basta volerlo, a costo di pagare qualche prezzo. Sembrava che la Roma avesse scelta di provare ad essere vincente in modo diverso, lo Slovan ha dimostrato come finora, oltre che battibile, è anche un po' banale. A pensarci bene, proprio come tutti.