Luis insiste «Quel cambio lo rifarei»

26/08/2011 alle 10:00.

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - «Totti è la Roma. Uscito lui è cambiato tutto». A parlare non è (ovviamente...) Luis Enrique ma Vladimir Weiss, il tecnico dello Slovan Bratislava che sfoggia, dentro una busta di plastica, la maglia regalatagli proprio dal capitano della Roma nel post-gara.

, arrabbiatissimo per la sostituzione che ha scatenato i fischi dei tifosi contro il tecnico spagnolo, ha lasciato lo stadio senza aprire bocca: silenzio, ancora una volta. Ma dentro aveva tanta rabbia. Non si aspettava che l’allenatore lo togliesse, soprattutto in quel momento con la Roma lanciata alla ricerca del secondo gol, quello della qualificazione. «Dopo l’uscita di , la squadra ha cominciato a dare segni di cedimento», la tesi di Simone Perrotta. E , il ds, che ha escluso provvedimenti nei confronti di Luis Enrique: «Senza ci siamo sgonfiati». E addirittura Tom DiBenedetto, vedendo avviarsi avvelenato verso gli spogliatoi, ha chiesto a chi gli stava accanto: «Ma perché fa uscire in questa maniera?». E Luis Enrique? Eccolo. Volto tirato e nessuna volontà di recedere dalle proprie convinzioni, sostituzione di in primis: «Accetto le critiche di tutti per questa mia scelta. Dopo che abbiamo subìto il gol del pareggio la partita era finita e adesso è facile criticare. Le mie scelte non possono essere condizionate da quello che dicono i tifosi o la stampa. Mi serviva un uomo fresco: è una scelta che rifarei, nonostante il risultato», le sue parole. «Io non devo dare spiegazioni a nessuno riguardo le mie scelte, sarà sempre così. Non ha funzionato la finalizzazione, ma abbiamo creato tanto contro uno Slovan che si è difeso molto bene. In attacco dobbiamo migliorare, certo, ma non abbiamo formule magiche. E, poi, chi lo dice che la Roma senza quel cambio avrebbe vinto? Non credo sia il caso di giustificare ogni mia scelta. Io penso sempre al bene della squadra e del gruppo. Io sono l’allenatore, sono io che scelgo e non mi faccio condizionare da nessuno. Sono molto dispiaciuto per l’eliminazione: capisco tutto l’interesse che c’è intorno a ma sarò sempre io, lo ripeto, a fare la formazione e le sostituzioni. Diversamente non meriterei la fiducia dei dirigenti. Perché ho cambiato ? I motivi ci sono, ma non intendo renderli pubblici», le parole dell’asturiano.

E ancora. Domanda: non era il caso di tenere in campo visto i tanti giovani presenti? «Immagino che questa non sia una situazione nuova qui a Roma, ci sono passati già tanti allenatori. Ripeto, quello che ho fatto l’ho fatto per il bene della squadra anche se il risultato dice il contrario. E non è detto che con in campo lo Slovan non avrebbe segnato. Nessuno può mettere in discussione le mie scelte. Potete chiedere quello che volete, ma anche io posso rispondere come voglio. Se mi fate sempre la stessa domanda, risponderò sempre con la stessa frase». Poi. «Io sono venuto qui per creare un gruppo di giocatori nuovo, per avviare un progetto nuovo in un club in cui non si vince da parecchio. Sarà il tempo e saranno i risultati a dire cosa abbiamo fatto. Ripeto, ho scelto i giocatori che ritenevo i migliori per questa gara. Perché non ho cambiato Bojan? E’ stata una serata storta per tutti gli attaccanti, anche Caprari ha sbagliato. Se mi sento le spalle abbastanza grandi per sopportare la polemica con ? Non so cosa mi riserverà il futuro. Posso solo promettere che continuerò a lavorare e mi piacerebbe lavorare sempre in sintonia con i tifosi. La priorità del mio lavoro è scegliere e continuerò a farlo».