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REPUBBLICA.IT - Quella che partirà il prossimo 28 agosto, sciopero giocatori permettendo, sarà, in Serie A, una stagione da circa 1,7 miliardi di euro di fatturato. A fare i conti in tasca al campionato 2011/2012
SITUAZIONE BUONA, MA STIPENDI DEI GIOCATORI TROPPO ALTI - Sul fronte "macro-economico" continentale, secondo lo studio, la Serie A appare in discreta salute: i debiti del torneo italiano, viene osservato, "ammontano a 2,3 miliardi di euro e, fatta eccezione per quelli della Bundesliga a quota 0,7 miliardi, sono contenuti rispetto a quelli della Liga (3,5 miliardi) e a quelli della Premier League che superano i 3,9 miliardi". Secondo la società bolognese, "grazie alla contrattazione collettiva dei diritti tv, i club hanno usufruito nella scorsa stagione di aumenti medi di introiti attorno al 20% mentre i ricavi da sponsor, nonostante la crisi dei mercati, si mantengono stabili. Rimane una certa difficoltà delle società nell'arginare i costi legati al personale giocatori - viene sottolineato - a fronte di opportuni investimenti su asset patrimoniali non solo sugli stadi, ad eccezione della Juventus, ma anche sulla valorizzazione del marchio grazie all'uso delle nuove tecnologie".
SOCIAL NETWORK DA VALORIZZARE - Settore, quello dei nuovi mezzi di comunicazione, ancora non troppo sfruttato: guardando al solo canale di Facebook, appena sei team (Milan, Juventus, Napoli, Inter, Roma e Lazio) possono vantare più di 100.000 fan e solo il Milan (l'unica società ad avere un numero di seguaci sul social network più alto del numero dei suoi tifosi in Italia) e la Juventus sono presenti nella top ten internazionale dei fan su Facebook. I rossoneri (settimi) ne hanno 5.260.000 e i bianconeri (ottavi) 2.218.000. Numeri ben distanti dagli oltre 18 milioni di appassionati virtuali del Barcellona e dei poco più di 17 milioni di Manchester United e Real Madrid, inseguitrici dei blaugrana. "Sul fronte economico-finanziario - afferma Giovanni Palazzi, presidente di StageUp - Sport & Leisure Business - la Serie A possiede tutte le potenzialità per competere con i maggiori campionati in Europa. Due sono le principali strade da percorrere anche e soprattutto in ottica fair play finanziario. La prima è un progressivo spostamento di risorse economiche su investimenti di medio e lungo periodo, verso gli stadi di terza generazione; la seconda - conclude - è la necessità, ormai più inderogabile, di proteggere e valorizzare il proprio marchio per ottenere maggiori ritorni commerciali dal merchandising e dalle numerose opportunità offerte dai nuovi media".