
IL TEMPO - Luis Enrique è uno che non guarda in faccia nessuno, non fa sconti e forse peccherà anche di presunzione, ma è il bello (o il brutto, lo potremo dire più avanti) della diretta. Proprio per questo è stato scelto dagli americani dopo il «no» incassato da Villas Boas: serviva unn camb
Da lì, in una piazza come Roma, si è scatenato il putiferio: tutti hanno detto di tutto, tranne però i diretti interessati, o meglio diretto interessato. Borriello è esploso e a mezzo procuratore facendo sapere di non voler restare con un tecnico che non lo considera e, quando lo fa, lo mette a giocare da esterno. Ma Totti, invece, non ha detto una sola parola, ha continuato a lavorare a testa bassa aspettando la prossima occasione (decisiva quella di domani nella gara di ritorno di Europa league), come un capitano vero deve fare. Tanto di cappello. È rimasto male alla fine chi pensava in un intervento «salvatore» di DiBenedetto che, a dispetto di qualche interpretazione «forzata», nel primo vertice a Trigoria ha detto chiaramente di non voler metter naso nelle cose tecniche affidate alla gestione Baldini: pur consigliando ai due di parlarsi come possibile. Legittimo. Da parte sua Totti non ha bisogno di avvocati difensori, di gente che gli prepari il terreno, perché le sue sfide le ha sempre vinte, da solo, in campo: e probabilmente farà così anche stavolta. Altro tema caldo del momento è quell'extra-budget che continua a mandar per storto il bicchiere a qualcuno. Disturba il termine o il fatto di non averlo saputo? Difficile non capire: i soldi della ricapitalizzazione sono una cosa, quelli in più che serviranno per chiudere questo mercato, un'altra. Extra-budget: facile no!?