
IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Leonardo lo aveva già chiamato quando era convinto di allenare lInter anche nella prossima stagione. Marco Borriello, oltre ad essere un suo amico, è anche uno degli attaccanti europei che lui considera più forti e completi. Per questo, adesso che è il direttore generale del Paris Saint Germain, non ha certo accantonato lidea di averlo con sé. C
Ecco perché gli otto milioni che i francesi hanno fatto sapere di voler spendere non sono ritenuti sufficienti. Ce ne vogliono almeno tre di più, magari con qualche bonus legato al piazzamento del Psg nella prossima stagione. Nei prossimi giorni se ne saprà di più, anche se in Francia si dicono sicuri che Leonardo non mollerà la presa. Anzi, forte di un gradimento del giocatore, continuerà a parlare con Sabatini. Il quale, in base a un eventuale addio di Marco, deciderà che tipo di attaccante prendere per la Roma. Non è però detto che Borriello, alla fine, non resti. Certo, la posizione di attaccante defilato a destra (non esterno, come ha voluto precisare Luis Enrique a Riscone) non gli va proprio a genio, ma durante gli allenamenti è uno di quelli che si impegna di più. Professionista esemplare, ragazzo sempre gentile ed educato con tutti, non forzerà in alcun modo la mano. Prenderà qualsiasi decisione in accordo con la società e in questo quadro rientra anche la decisione di non parlare in conferenza stampa. A Riscone infatti tutti si attendevano Borriello davanti ai giornalisti: invece la Roma, dopo essersi consultata col suo procuratore, ha deciso di evitare il confronto con i media. Almeno per adesso lattaccante resterà in silenzio.
Lavorerà, cercherà di entrare sempre di più negli schemi dellallenatore, penserà a fare gol. Poi in un mese tutto può accadere. Nessuno può saperlo meglio di lui, visto che un anno fa arrivò a Roma allultimo secondo dllultimo giorno di mercato. Facendo impazzire i tifosi, che in lui rivedevano quel bomber che - santo Totti a parte - a Trigoria mancava dai tempi di Batistuta. La prima parte della stagione è stata un successo, la seconda meno. Ed è stato proprio in quelle settimane che lamico Leonardo ha iniziato a chiamarlo per dirgli «seguimi». Erano i tempi dellInter, adesso sono quelli del Psg ma la sostanza non è cambiata. Anzi, visti i soldi messi a disposizione dagli sceicchi, si è rafforzata.