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Sì, lo scudetto dell’Inter può essere revocato

06/07/2011 alle 11:34.

IL ROMANISTA (G. DELL'ARTRI) - Si fa sempre più concreta la possibilità che venga revocato all’Inter lo scudetto 2006. La relazione del capo della Superprocura federale Stefano Palazzi è da ieri sul tavolo del Consiglio Federale. Il 18 luglio, i nerazzurri potrebbero perdere quel tricolore c

Ad Abodi ha dato fastidio l’indignato perbenismo di Moratti: «Spero che a freddo possa rivedere le sue posizioni. Nessuno mette in dubbio le qualità umane di Facchetti, ma la relazione di Palazzi è molto chiara...». A differenza del presidente della Serie B, il milanese Carlo Tavecchio svicola. Il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti evita di dare giudizi, ma sostiene la necessità di un contraddittorio. Il senso? Secondo Tavecchio, bisogna dare all’Inter il diritto di difendere il proprio scudetto. Chi non si stupisce del coinvolgimento dei nerazzurri è l’ex designatore, e vecchio cuore interista (per sua stessa ammissione, basta leggere le intercettazioni), Paolo Bergamo: «Per me – commenta a calciomercato.it - non è assolutamente una novità leggere questi colloqui, visto che dal primo giorno ho sempre sottolineato che avevo rapporti con tutti i dirigenti. Io e Pairetto abbiamo parlato sempre con i rappresentanti di tutte le società per trovare delle soluzioni (soluzioni?, ndr) ed evitare le polemiche sui giornali come ci avevano chiesto più volte anche dalla Federazione. Una distinzione però è fondamentale, sono telefonate infatti che rientrano nella sfera del “lecito” e non chiamate illecite. Ho sempre detto, poi, che le telefonate con l’Inter erano più frequenti proprio perché la società nerazzurra non vinceva in quel periodo. Non facevano risultati e continuavano a non farli». Ah. Erano lecite? La relazione di Palazzi ha invece dato parecchio fastidio a Trigoria. L’ex direttore tecnico di quella Roma, nonché attuale capo del vivaio giallorosso, Bruno Conti l’ha commentata così: «Quello scudetto – ha spiegato due giorni fa al “Corriere dello Sport” - lo avremmo meritato. Non voglio dire altro. Ma i ragazzi lo avrebbero meritato per come si sono comportati, per quello che hanno fatto vedere sul campo. Per carità, si tratta di un argomento delicatissimo, si parla di una sentenza del procuratore federale e della questione si deve occupare chi di dovere. Ma per quello che la squadra ha fatto, per il messaggio che ha dato in quella stagione così difficile, avrebbe meritato di vincere».

Luciano Spalletti la pensa allo stesso modo. «In quel periodo lì, la Roma meritava miglior sorte». L’ex tecnico giallorosso è amareggiato. Ha appreso dai giornalisti delle accuse mosse all’Inter di illecito sportivo («non ho letto nulla della relazione di Palazzi sullo scudetto del 2006»), ma passando per caso («Roma è casa mia, sono qui perché mio figlio deve iscriversi all’università») dalle parti di via Allegri non si esime dal commentare una pagina nera del calcio italiano. Un dramma sportivo per il quale non tutti hanno pagato. L’Inter, appunto.

Era terza, ha vinto lo scudetto a tavolino. Ma per il capo della Procura Federale, anche i nerazzurri andavano puniti. La Roma, quella Roma targata Spalletti, era l’unica società pulita tra le big. Eliminate prima, seconda, terza (l’Inter) e quarta, avrebbe dovuto ricevere lo scudetto. Dice l’ex tecnico giallorosso: «Il titolo 2006 alla Roma? Penso che la Roma abbia fatto un buon lavoro, con me e anche prima. In quel periodo lì meritava miglior sorte. Mi dispiace per i tifosi giallorossi, che non hanno raccolto tutti i frutti prodotti dalla squadra».

Non è successo, però, anche perché il sistema di allora era corrotto. Era marcio. A Spalletti dà fastidio che qualcuno lo abbia accostato a Calciopoli. Dagli atti emerge una telefonata tra lui e l’ex designatore Paolo Bergamo. «Posso solo dire – chiarisce l’allenatore dello Zenit - che quella intercettazione si riferisce ad una telefonata che avevo ricevuto e non fatto, anche se i famosi tiratori scelti l’hanno scritta un po’ come gli pare».

Damiano Tommasi era invece uno dei leader di quello spogliatoio. Anche se adesso presiede l’Assocalciatori, ed è quindi una voce delle istituzioni, non dribbla la domanda su una auspicabile revoca all’Inter dello scudetto 2006: «Di certo è stato un anno particolare in tutti i sensi e anche il mio ultimo in Italia. Non credo che sarebbe possibile riassegnare quel titolo alla . E alla Roma? Se andiamo avanti così...». Se andiamo avanti così, sì.