Pettinari: «Roma, vado via per tornare»

07/07/2011 alle 10:58.

IL ROMANISTA (V. META) - Se potesse, Stefano Pettinari farebbe come quando era piccolo: prenderebbe il pallone e andrebbe a giocare nel parco sotto a casa per ore, fino a saziare almeno un po’ della fame che ha. Invece dovrà aspettare la prossima settimana, quando si presenterà al raduno del Crotone, un anno di prestito e magari anche di rivincite. Qualche minuto in Coppa Italia con la maglia del Siena, qualcun altro in un’amichevole con quella della Roma, che pure a gennaio lo ha trattenuto per volere di Claudio Ranieri: troppo poco per un giocatore che un anno fa era fra i giovani più ambiti del mercato, unico ’92 giallorosso esordiente in campionato nel 2010. «Ma passare un anno così è stato più faticoso che se avessi giocato - racconta Stefano - Dal punto di vista mentale, ho finito la stagione stanchissimo».

Con quale spirito ti prepari per questa nuova avventura?

Eh con grande voglia di rivincita, quella è la prima cosa. E poi con tanta, tantissima voglia di giocare. Ho passato un anno a fare solo allenamento, non ce la facevo più, non sai quanto c’ho voglia di campo.

L’infortunio rimediato l’ultima settimana a Trigoria?

Hai voglia se sono guarito, è passato più di un mese.

Hai sentito Crescenzi?

Certo. Ci ho parlato prima di firmare ed è stato lui che mi ha convinto definitivamente ad accettare. Mi ha raccontato che lui giù è stato benissimo, allora gli ho detto dai, che quest’anno faccio come te... la chiacchierata con lui mi ha molto incoraggiato e in effetti l’ideale sarebbe ripercorrere le sue orme nel Crotone. In fondo anche lui era arrivato per rilanciarsi ed era partito dalla panchina, poi è riuscito a ritagliarsi uno spazio e il resto del campionato l’ha giocato tutto da titolare. Ha fatto una stagione fantastica e anche lui veniva da un primo anno di

prestito (al Grosseto, ndr) in cui non aveva trovato molto spazio, si può dire che gli sia andata più o meno come a me. Speriamo di fare come lui.

Il tuo primo anno nel calcio dei grandi non è andato come speravi.

Già, una stagione così proprio non me l’aspettavo. Diciamo che quando sono andato via, pensavo non dico di giocare sempre, ma almeno di fare la mia parte e invece le cose sono andate diversamente. Ma credo che alla fine mi sia servito anche questo, è stato comunque un anno di crescita.

Eri pure tornato alla Roma.

È successo che io ero tornato per fare solo qualche giorno di allenamento, anche perché dovevo andare in prestito a Lecce, era quasi tutto deciso. Poi ho giocato nel finale di quella partita là contro l’Atletico e ho fatto bene, il mister pure in allenamento mi aveva visto bene e ha voluto tenermi. A quel punto io che faccio, dico

di no a Ranieri che mi vuole tenere alla Roma? No. Perciò ho continuato ad allenarmi con loro ma quando stavo per rientrare in campo contro il , la Roma ha subito la rimonta a fino al 4-3, ti ricordi? Quello stesso giorno Ranieri dà le dimissioni e poi arriva un allenatore che ha le sue idee... e niente, poi è andata così.

Neanche una panchina, come te lo spieghi?

Eh, come me lo spiego...ogni allenatore vede il calcio a modo suo, Montella ha fatto le sue scelte. Io non so che altro dire.

Qualcuno ti ha mai dato delle spiegazioni?

No, penso fosse una scelta esclusivamente tecnica... vabbè, è andata così, meglio non rivangare. Lasciamo stare.

Ti eri abbastanza arrabbiato, però.

Più che altro ci sono rimasto male: la società mi aveva detto che c’era un certo progetto e invece così non è stato. E adesso è giusto andare a fare esperienza in serie B. Sono stato anche un po’ sfortunato, ma sono cose che possono succedere a tutti... oddio, spero non ricapiti più anche se non si sa mai. C’è anche da dire che sono capitato in momento di transizione per la Roma, un periodo non proprio felicissimo, c’era incertezza, non si capiva bene chi prendeva le decisioni. Ma come ho detto, ormai è superato, ho accettato tutto quello che è successo e ora sono pronto a ricominciare da Crotone.

Tu l’impegno ce l’hai sempre messo.

Certo, io c’ho diciannove anni, ci mancherebbe solo che non mi impegnassi in una piazza come Roma. Che faccio, smetto di allenarmi? Poi era sempre bello giocare con la prima squadra, con , Vucinic e gli altri, credo che stare accanto a loro in allenamento sia comunque motivo di crescita ed era una grande cosa. Peccato solo che dopo tutta la settimana di allenamenti, poi la domenica non mi convocavano.

E le apparizioni con la Primavera?

Alla finale di Coppa Italia sono arrivato che non stavo bene, non vedevo il campo da tre mesi e certo non avevo i novanta minuti nelle gambre. Mi dispiace, però non era quello il mio obiettivo, era sicuramente un altro. Ciò non toglie che mi sono comunque impegnato al massimo, perché che fai, quando ti capita che finalmente ti fanno giocare, dici di no? Però diciamo che non ero al 100%.

C’è qualcosa che salvi della stagione passata?

Sicuramente è stata una bella esperienza andare a vivere da solo per la prima volta. E poi giocare in una squadra con compagni più grandi, stare in uno spogliatoio con gente di trent’anni, sono tutte cose che mi sono servite a crescere e a capire com’è il calcio dei grandi, che è molto molto diverso rispetto ai campionati giovanili, cambia davvero tutto. Anche per questo, ora spero di riuscire a partire subito alla grande, forte di questa esperienza.

La finale scudetto della Primavera l’hai vista?

Certo e poi ho sentito qualcuno dei compagni, per primi Viviani e Frascatore. Se mi aspettavo lo scudetto? Guadra, mi aspettavo che arrivassero fino in fondo, poi però vedendo la partita, quando il Varese ha segnato il 2-1 a dieci minuti dalla fine ho detto ecco, è finita... invece poi è arrivato il miracolo alla fine. Ma se avessero perso sarebbe stato ingiusto.

Anche per gli altri ’92 in prestito, Scardina e Sini, non è andata molto bene.

Sì, ed è un peccato, ma ripeto, è stato comunque importante. Uscire dalla Primavera non è facile e io come gli altri ho incontrato qualche difficoltà. Però resto dell’idea che sia stato un anno di crescita, vincere lo scudetto è bellissimo, ma forse farsi le ossa con i grandi è altrettanto importante. Tanto prima o poi il salto lo devi fare, io l’ho fatto ed è andata così, ora vado in B e ho un anno di esperienza in più.

Che ne dici dell’abbassamento dei limiti d’età in Primavera?

Ma noi alla Roma siamo abituati a giocare sempre con squadre molto giovani. Francamente non so se possa essere la soluzione ai problemi di inserimento dei giovani nelle prime squadre... e mi sa pure che non sono la persona migliore per dirlo. Vediamo.

La Roma ha detto di voler puntare su un progetto giovani: credi di farne parte?

Spero di sì. Se riesco a fare bene quest’anno, spero di tornare a giocare qua. Io ci credo nel progetto giovani... e spero di tornare il più presto possibile.

Di Brosco lasciato alla Triestina per cinquecento euro che ne pensi?

Sinceramente sono rimasto un po’ sorpreso. Non vedo Riccardo da un paio d’anni, ma me lo ricordo come un giocatore molto forte. E poi mi ha sorpreso il modo... ma ci saranno stati dei motivi che non conosco, mi dispiace molto per lui perché lo conosco, è un bravo ragazzo e un grande giocatore.

In questi mesi difficili, hai mai pensato di mollare tutto?

Mai. Non mi è passato neanche per l’anticamera del cervello. Io nella vita voglio giocare a calcio, non mi interessa se quest’anno è andata così, mi ha fatto crescere e nella prossima stagione sono sicuro che farò benissimo.

Magari ritrovi pure la nazionale.

È un obiettivo. E non nascondo che se farò bene, penso di poterci stare.

Intanto si parla tanto di El Shaarawy.

Mi ricordo quando c’ho giocato contro in finale di Coppa Italia a Trigoria, abbiamo segnato tutti e due. Sicuramente lui ha fatto un ottimo campionato con il Padova, ha segnato diversi gol ed è stato anche decisivo nelle ultime partite. Se è un fenomeno non lo so, però gli faccio i complimenti e spero di fare una stagione

come la sua. Non che mi basi su di lui, però insomma, sarebbe un grande campionato.

Del passaggio di Stramaccioni all’Inter che pensi?

Sono contento per lui, la Primavera dell’Inter, insieme a Roma e , è la più importante d’Italia e visto che non trovava spazio nella Roma, gli auguro di fare benissimo anche con i nerazzurri. Per me è stato importantissimo: è lui che mi ha voluto alla Roma, lui che mi ha fatto crescere. La maggior parte di quello che sono la devo a lui.

Che ti faceva giocare pure centravanti.

Eh sì, lui sapeva trovare sempre nuove soluzioni e per come sono, riusciva a sfruttarmi al 100%.

 

Che ne pensi della nuova Roma che sta nascendo?

Mi sembra stiano costruendo una buona squadra e se c’è un progetto giovani non posso che essere contento. Spero che facciano bene, io sono fiducioso: secondo me almeno al quarto posto ci arriviamo.