
GASPORT (A. CATAPANO / M. CECCHINI) - Tempo fa, ad un giornalista inglese che gli chiedeva una descrizione del calcio italiano, Franco Baldini rispose in modo folgorante: «È un mondo in cui anche uno come me fa una figura decente» . Ecco, forse la polemica innescatasi con Francesco Totti
Le parole di Baldini lo hanno amareggiato, tantè che ad alcuni amici ha detto: «Meglio che non rispondo, altrimenti finisce male...» . Il capitano, daltronde, si sente al centro di una «normalizzazione» che, nelle intenzioni, dovrebbe sgravarlo di compiti cui in passato ha dovuto ottemperare per colmare vuoti societari, ma finora in alcuni passaggi è risultata traumatica: gli è stata rinfacciato il possesso di una stanza a Trigoria («al Real Madrid non ce laveva neppure Raul» ); gli è stato detto di non occuparsi di mercato (Totti aveva riferito i contatti con Buffon); sono stati accantonati il fisioterapista Buzzi e il medico Pengue a lui vicini; non gli è stato dato modo di avere un colloquio con DiBenedetto quando questi è stato a Trigoria. Impressioni? La nuova dirigenza, se Totti a dicembre andasse a giocare negli Usa, magari ereditando il posto di Beckham a Los Angeles, non farebbe barricate, sia per alleggerire il monte ingaggi, sia per evitare totem nello spogliatoio. Il paradosso, però, è che il capitano è stato conquistato da Luis Enrique. Motivo in più per restare deluso dalle parole del d. g. Giusto o sbagliato che sia, il fatto che Totti abbia avuto onori e oneri diversi rispetto agli altri è acclarato; che questo però abbia provocato ruggini così palesi però non era nelle previsioni, tanto più che il 2014 data di scadenza del contratto è ancora lontano. Non a caso Baldini ha detto della sua prossima avventura: «Sarà un viaggio pericoloso» . Difficile dargli torto.