
CORSERA (L. VALDISERRI) - A Barcellona lo chiamano tutti «Lucho» , a Roma ha chiesto di chiamarlo come vogliono ma limportante è non parlargli in spagnolo, altrimenti litaliano non lo imparerà mai. E invece Luis Enrique Martinez Garcia, asturiano, 41 anni, il Real Madrid, il Barcellona e la nazionale spagnola nel suo passato di grande giocatore, allenatore emergente, vuole farsi
Ritmi intensi sul campo, tanto pallone perché la parte atletica si fa soprattutto in palestra, molto gesticolare e un occhio attento per tutti, dai più giovani ai campioni. Ha fatto un discorso pieno di entusiasmo per presentarsi, ha preteso che a pranzo venissero uniti i tavoli per fare gruppo anziché dividersi in gruppetti di 4 o 5. Ha elogiato Alessandro Crescenzi per limpegno in campo, facendo capire che con lui i giovani avranno davvero una possibilità.
Per fare un esempio, dopo aver visto le finali del campionato Primavera, vinto dalla squadra giallorossa, ha deciso di portare in ritiro Valerio Verre, classe 1994, talentino delle giovanili giallorosse che nella stagione scorsa Stramaccioni «prestava» a fatica ad Alberto De Rossi dagli Allievi alla Primavera. E invece, come aveva visto bene De Rossi senior, era già prontissimo. Ma questo non vuol dire che sarà «rottamata» la vecchia guardia.
Il modulo di riferimento sarà il 4-3-3, ma, poiché i numeri non dicono tutto, è più importante pensare alla filosofia di gioco: possesso palla, conquista del pallone il più possibile nella metà campo avversaria, nessuna differenza di mentalità tra partite in casa e partite in trasferta, la pazza idea di provare Lamela e/o Menez anche nei tre di centrocampo per alzare il livello tecnico della squadra. La Roma è un cantiere e non si può avere tutto e subito. Luis Enrique ci proverà lo stesso.