
CORSPORT ( L. SCALIA) - Emozioni. Una parola, un titolo di una canzone di Battisti, che racchiude la giornata di ieri che è stata dedicata al ricordo di Agostino Di Bartolomei, più semplicemente 'Ago' il capitano, protagonista del secondo scudetto della storia giallorossa.
Era un calcio diverso quello di Ago, forse un calcio più vero, più vicino alla gente, un mondo che Luca Di Bartolomei era troppo piccolo per ricordare. Solo a distanza di tempo, nella prefazione del libro L'ultima partita, è riuscito a scrivere una lettera a suo padre, dura e profonda: «Ero solo un bambino di 11 anni, me la prendevo con tutti perché non riuscivo a capire un gesto così stupido e folle. Mi è stata negata l'infanzia, la possibilità di sfogarmi e discutere con lui. E' stato difficile stabilire la normalità » (...)
MOSTRA - In un angolo, foto, poster, bandiere, sciarpette. Ma anche le maglie indossate dal capitano: c'era la classica giallorossa col numero 10 usata contro l'Ipswich Town, quella della Nazionale Under 21, poi nel mezzo la più significativa, bianca come la neve non fa rumore, con il lupetto stampato sul cuore e senza sponsor. Quella della finale, dell'ultima partita.