IL ROMANISTA - Va bene Bojan. Va bene Lamela. Ma va benissimo anche, e soprattutto, Francesco Totti. Lattacco stellare della Roma, che ora dopo ora prende sempre più forma, avrà come punto cardine - e come potrebbe essere diversamente? - colui che a Trigoria cè da ventanni. Praticamente, da quando i suoi due nuovi compagni erano poco più che neonati. Dopo le lunghe vacanze, prima con la moglie Ilary poi con tutta la famiglia, il Capitano è tornato a Roma un paio di settimane fa. Abbronzato, asciutto, rilassato. E curioso. Di vedere allopera la nuova Roma.
Ha continuato a fare movimento, sta giocando a tennis in un circolo sportivo vicino casa, chi ha avuto modo di vederlo dice che sia già in gran forma. Pronto a ricominciare. Da dove aveva finito. E cioè dai gol. Da tutti quelli fatti nella seconda parte di stagione quando, se la Roma ha provato fino allultimo a sognare un posto Champions, lo deve soprattutto a lui. E ai suoi 13 gol messi a segno nel girone di ritorno (allandata sono stati 2). Impossibile dimenticare quando, nel giorno del derby, dopo aver rifilato una doppietta alla Lazio, un telecronista inglese si è inventato lormai mitica frase "The king of Rome is not dead". Una frase, detta nella lingua più parlata del mondo, semplice e bella come la verità. Che il Capitano, tanto per cambiare, ribadirà tra una settimana. Quando, per lennesima volta, sarà ancora lui a guidare la Roma verso il futuro. Con lo stesso entusiasmo che ci mette da ventanni.




