
LEGGO (R. BUFFONI) - «Sono un allenatore che crede nel gioco offensivo, ma è chiaro che non posso fare il 4-3-3 se la squadra non riesce a fare tre passaggi di fila». Cè anche Luis Enrique nel DiBenedetto-day e «Lucho» ne appro
Niente paragoni impegnativi. Il tecnico giallorosso li rifiuta quando gli si accostano i nomi «Guardiola» e «Barcellona»: «Solo il tempo dirà se potrò paragonarmi a Pep. Il gioco del Barça? Non voglio riproporlo ma creare qualcosa che gli somigli. Anche perché il calcio italiano non è uguale a quello spagnolo». Lesame di teoria è superato a pieni voti. Ora cè quello di pratica da sostenere sul campo. Luis Enrique frena: «Oggi, dopo un solo giorno di lavoro e con la squadra incompleta, non posso dire dove possiamo arrivare. Mi piace la tranquillità del presidente (DiBenedetto, ndr) e mi piace che stiano arrivando giovani di talento che possono crescere accanto a Totti, De Rossi, Perrotta. Certo, abbiamo ancora bisogno di rinforzi di livello. Chiedere a Vucinic di rimanere? Lascio la decisione a Sabatini».