Cappelli: «Non chiederemo il titolo 2006»

07/07/2011 alle 10:25.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Ore 20: 23: la Roma prende ufficialmente posizione sull’assegnazione dello scudetto del 2006. E lo fa attraverso una dichiarazione all’Ansa dell’avvocato Roberto Cappelli, nominato lo scorso 4 luglio dal cda giallorosso presidente ad interim:



«Non riteniamo di promuovere alcuna azione finalizzata a farsi riconoscere l’assegnazione dello scudetto 2006 in quanto riteniamo che le vittorie a cui ambiano debbano essere conquistate sul campo. È questo lo spirito con cui la Roma vuole iniziare questo nuovo corso».

Cappelli ha poi aggiunto: «La società sin d’ora accetta con serenità qualsiasi decisione che la procura federale riterrà opportuno assumere in riguardo, nella convinzione che tale organo saprà interpretare ed applicare al meglio i principi normativi che regolano il sistema calcistico». Poche parole, ma decise. Arrivate al termine di una giornata in cui si è discusso se intervenire o meno sulla vicenda. La Roma aveva deciso di mantenere un profilo basso, lasciando che fossero Inter e a darsi battaglia a suon di dichiarazioni al vetriolo.

E invece no. In serata Cappelli (pare dopo essersi consultato anche col gruppo DiBenedetto) ha deciso di far sentire la voce ufficiale della società. Una società che non ha alcuna voglia di approfittare di una vicenda di cui preferisce essere spettatrice. Ecco la rivoluzione culturale. Per questo, alle parole dell’avvocato, non ne seguiranno altre. Si penserà ad altro. Al campo. Al ritiro, al via tra meno di una settimana. Agli acquisti. Al nuovo progetto. Il passato non verrà dimenticato. E se mai lo scudetto 2006 dovesse davvero essere assegnato alla Roma la società accetterà la decisione. Senza enfasi, mantenendo uno stile e un’eleganza che da altre parti sembra mancare.

Lo scudetto degli onesti - o presunti tali - è soprattutto questo. Il passato non verrà dimenticato anche perché il titolo del 2006, comunque vada, è ormai sporcato da scandali di ogni tipo. E l’Inter potrebbe comunque perderlo: primo perché la prescrizione per illecito sportivo può scattare dopo 8 anni (come spiegato nell’intervista ad Enrico Lubrano nelle pagine che seguono); secondo perché Moratti potrebbe rinunciare alla prescrizione e rimettersi al giudizio (come fatto da Franco Baldini per il caso passaporti, ma questa è un’altra storia e un altro stile). E terzo perché il Consiglio federale, che si riunirà il prossimo 18 luglio, potrebbe revocare lo scudetto ai nerazzurri. In serata sono arrivate poi anche le parole di Tommasi, all’epoca giocatore della Roma e oggi presidente dell’Assocalciatori: «Giusto rimettersi alle decisioni del Consiglio federale. Gli scudetti è bello conquistarli sul campo».