
IL ROMANISTA (D. GALLI) - Bruno Conti ha detto sì. Resterà alla Roma. È stata decisiva una telefonata dalla Spagna di Sabatini. Una telefonata che il responsabile del vivaio giallorosso ha apprezzato parecchio. Chiedeva rispetto, Conti. E rispetto ha avuto. Immaginate la giornata di ieri di Sabatini. Indossate i panni del direttore sportivo.
Da oggi, lex dt gestirà tutte le squadre del vivaio, tranne la Primavera e gli Allievi Nazionali. Queste due categorie passeranno sotto il controllo di Luis Enrique e la supervisione della direzione tecnica. Leggi, Sabatini. Su questo punto cè totale sintonia con Conti. Lala Mundial predica da anni lintegrazione tra i gruppi più importanti del vivaio, Primavera e Allievi Nazionali appunto, e la prima squadra. Conti è però qualcosa di più di un dirigente. È una metafora della Roma. Dici Bruno e pensi alla nostra storia. Aveva ragione il figlio Andrea, che due giorni fa a laroma24.it aveva tranquillizzato così i tifosi giallorossi: «Diciamocelo francamente. Se una figura del genere dovesse lasciare la società, succederebbe un casino. La piazza non sarebbe affatto soddisfatta di un suo addio». Una volta incassata la fiducia di Sabatini, il papà ha deciso di proseguire la sua storia damore da dirigente. Con la Roma, solo con la Roma. E adesso? Semplice, si lavora. Conti ha cominciato ad esaminare tutte le situazioni del settore giovanile. Prima gli allenatori, poi le rose. Venerdì incontrerà Andrea Stramaccioni. Il tecnico degli Allievi Nazionali ha parecchio mercato. Si dice che lInter sarebbe pronta a offrirgli la panchina della Primavera. Stramaccioni ha però preso tempo. Conti è il suo mentore, è luomo che lo ha portato dalla Romulea alla Roma, dove ha vinto due scudetti, uno con i Giovanissimi, laltro con gli Allievi. Stramaccioni lo considera un secondo papà. Venerdì, basterà uno sguardo per capirsi.