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Ramirez, la tentazione

12/06/2011 alle 15:26.

IL RESTO DEL CARLINO - La Roma e l’Inter bussano e Ramirez apre. Il Bologna si domanda perché mai il suo giovane e promettente Gaston gli abbia prima giurato amore eterno poi abbia deciso con così tanta determinazione di cambiare aria. Che è questo voltafaccia, una semplice questione di ambizione professionale? Un po’ sì e un po’ no.

L’Inter fa la , ma per avere in quel club di marziani un posto da titolare bisogna sciropparsi una fila lunga come quella che si fa alle Poste di questi tempi per pagare una bolletta. E la Roma fa l’Europa League, ma là davanti non ha giocatori qualsiasi. Almeno per ora ci sono e Menez, Vucinic e Borriello. Anche lì il talentuoso Gaston dovrebbe entrare in punta di piedi e chiedere permesso. Gaston Ramirez, stellina nascente del , titolare della Celeste, quattro gol all’esordio in serie A più tre in Coppa Italia, avrebbe in rossoblu modo e tempo per mettere i suoi piedi d’oro nelle orme lasciate da Pastore che, nelle due stagioni trascorse al Palermo ha preparato bene il suo decollo. Non è soltanto una questione di prestigio e di ambizione.

C’è dell’altro. C’è, soprattutto, il problema dell’ingaggio ad indurre l’agente Pablo Betancourt a mettersi di traverso sulla strada del ritorno di Gaston a . Antefatto. Ramirez durante la stagione che si è da poco conclusa ha messo in saccoccia un mezzo milione di euro abbondante. Duecento e ‘rotti’ mila di ingaggio e gli altri trecentomila frutto della percentuale sul trasferimento che il club ha dato a lui e al suo agente. Il prossimo anno, quei trecentomila non ci sono più e l’ingaggio di Ramirez scenderebbe a 220mila euro netti. Va da sé che la società interverrebbe per evitare che lo stipendio del suo giovane e più promettente si riveli il più basso di tutta la rosa, ma in cassa i soldi per pareggiare l’offerta di ingaggio avanzata da Inter e Roma a Ramirez non ci sono.

E’ un gatto che si morde la coda, quello rossoblu. Per riuscire a pianificare la prossima stagione gli serve denaro cash che può ottenere soltanto cedendo qualcuno dei suoi prezzi pregiati. In vetrina ci sono Viviano, Britos e Mudingayi ma, al momento, chi entra nel negozio rossoblu lo fa per chiedere il prezzo di Ramirez. Ci sta: non ha ancora compiuto ventuno anni, ha talento, è un nazionale e porta con una incredibile disinvoltura il dieci che ha sulle spalle. Il vorrebbe dire di no a chiunque ci provi. Ma come fa? Il denaro non gli serve soltanto per migliorare, ma in primis per non peggiorare la sua condizione economica. Che è stabile, ma non florida. Che è sotto controllo, ma che non autorizza nessuno a compiere voli con la fantasia. Betancourt fa il suo maledetto mestiere. Quindi chiama Ramirez, impegnato (e leggermente infortunato) con la sua Nazionale e lo ragguaglia sugli sviluppi di mercato che lo riguardano. Il ragazzino sogna a occhi aperti E se entra nell’ordine di idee che la prossima sarà, economicamente e professionalmente parlando, la stagione del suo salto di qualità, tenerlo a freno sarà difficile.

Per questo il si sta rassegnando. In un primo tempo dissero i dirigenti che Ramirez se ne sarebbe andato soltanto se fosse arrivata un’offerta da venticinque milioni. Ma erano quelli i giorni in cui l’equazione “Viviano all’Inter e undici milioni a noi” sembrava esatta. Ora la cessione di Ramirez ha per il lo stesso significato che aveva quella di Viviano: pare necessaria per rimettere in moto la macchina.