IL RESTO DEL CARLINO - La Roma e lInter bussano e Ramirez apre. Il Bologna si domanda perché mai il suo giovane e promettente Gaston gli abbia prima giurato amore eterno poi abbia deciso con così tanta determinazione di cambiare aria. Che è questo voltafaccia, una semplice questione di ambizione professionale? Un po sì e un po no.
LInter fa la Champions, ma per avere in quel club di marziani un posto da titolare bisogna sciropparsi una fila lunga come quella che si fa alle Poste di questi tempi per pagare una bolletta. E la Roma fa lEuropa League, ma là davanti non ha giocatori qualsiasi. Almeno per ora ci sono Totti e Menez, Vucinic e Borriello. Anche lì il talentuoso Gaston dovrebbe entrare in punta di piedi e chiedere permesso. Gaston Ramirez, stellina nascente del Bologna, titolare della Celeste, quattro gol allesordio in serie A più tre in Coppa Italia, avrebbe in rossoblu modo e tempo per mettere i suoi piedi doro nelle orme lasciate da Pastore che, nelle due stagioni trascorse al Palermo ha preparato bene il suo decollo. Non è soltanto una questione di prestigio e di ambizione.
Cè dellaltro. Cè, soprattutto, il problema dellingaggio ad indurre lagente Pablo Betancourt a mettersi di traverso sulla strada del ritorno di Gaston a Bologna. Antefatto. Ramirez durante la stagione che si è da poco conclusa ha messo in saccoccia un mezzo milione di euro abbondante. Duecento e rotti mila di ingaggio e gli altri trecentomila frutto della percentuale sul trasferimento che il club ha dato a lui e al suo agente. Il prossimo anno, quei trecentomila non ci sono più e lingaggio di Ramirez scenderebbe a 220mila euro netti. Va da sé che la società interverrebbe per evitare che lo stipendio del suo giovane e più promettente si riveli il più basso di tutta la rosa, ma in cassa i soldi per pareggiare lofferta di ingaggio avanzata da Inter e Roma a Ramirez non ci sono.
E un gatto che si morde la coda, quello rossoblu. Per riuscire a pianificare la prossima stagione gli serve denaro cash che può ottenere soltanto cedendo qualcuno dei suoi prezzi pregiati. In vetrina ci sono Viviano, Britos e Mudingayi ma, al momento, chi entra nel negozio rossoblu lo fa per chiedere il prezzo di Ramirez. Ci sta: non ha ancora compiuto ventuno anni, ha talento, è un nazionale e porta con una incredibile disinvoltura il dieci che ha sulle spalle. Il Bologna vorrebbe dire di no a chiunque ci provi. Ma come fa? Il denaro non gli serve soltanto per migliorare, ma in primis per non peggiorare la sua condizione economica. Che è stabile, ma non florida. Che è sotto controllo, ma che non autorizza nessuno a compiere voli con la fantasia. Betancourt fa il suo maledetto mestiere. Quindi chiama Ramirez, impegnato (e leggermente infortunato) con la sua Nazionale e lo ragguaglia sugli sviluppi di mercato che lo riguardano. Il ragazzino sogna a occhi aperti E se entra nellordine di idee che la prossima sarà, economicamente e professionalmente parlando, la stagione del suo salto di qualità, tenerlo a freno sarà difficile.
Per questo il Bologna si sta rassegnando. In un primo tempo dissero i dirigenti che Ramirez se ne sarebbe andato soltanto se fosse arrivata unofferta da venticinque milioni. Ma erano quelli i giorni in cui lequazione Viviano allInter e undici milioni a noi sembrava esatta. Ora la cessione di Ramirez ha per il Bologna lo stesso significato che aveva quella di Viviano: pare necessaria per rimettere in moto la macchina.




