
CORSPORT (A. DE PAULI) - Dura la vita dell'allenatore del Barça B. Spalti del «Miniestadi » spesso vuoti, scarsa attenzione mediatica ( a parte i fedelissimi di Barça TV), pressioni tattiche dall'alto, frequenti scippi dei giocatori migliori da parte della prima squadra.
DIFESA VARIABILE - La natura di cantiere aperto al servizio del Barcellona vero, nel corso della stagione, ha complicato i piani di Lucho fin dalla scelta del portiere. Lo schieramento dell'asturiano, infatti, ha visto l'alternanza dei vari Miño, Oier e Masip, protagonisti di una continua rotazione volta a regalare a tutti minuti ed esperienza. Lasciata da parte la grana estremo difensore, l'asturiano è rimasto sostanzialmente fedele al 4- 3- 3 marca della fabbrica, schema importato da Cruyff, e utilizzato tutt'ora, indifferentemente da tutte le compagini, dalla categoria Prebenjamin (classe 2003), alla prima squadra. Ciò non significa che il tecnico non abbia attuato delle varianti, nel corso del campionato. In più di un'occasione, nel corso di una partita, Luis Enrique ha optato per una difesa a tre, approfittando della polivalenza del laterale sinistro difensivo Muniesa, disinvolto anche nel ruolo di centrale. In questo caso, lo stakanovista terzino destro Montoya, il giocatore più utilizzato della rosa, ha avanzato di qualche metro il suo raggio d'azione, trasformandosi in unautentica ala.
POLIVALENZA OFFENSIVA - Dalla metà campo in su, poi, Lucho ha potuto approfittare della polivalenza dei suoi ragazzi. A parte l'irrinunciabile Oriol Romeu, posizionato davanti alla difesa per dare il la alla giocata, l'allenatore ha potuto approfittare delle doti dei vari Víctor Vázquez, Sergi Roberto, Jonathan Dos Santos, Carmona e dello stesso Thiago, tutti utilizzabili tanto a centrocampo come in posizione più avanzata. Nel corso dell'azione, così, i continui cambiamenti di posizione, hanno dato vita a frequenti metamorfosi, con il tridente che, a tratti, si riduceva a una semplice coppia di attaccanti, per poi trasformarsi in una più che offensiva linea a quattro, attorno al bomber Jonathan Soriano, anch'egli tutt'altro che una boa fissa.