IL ROMANISTA (D. GALLI)- Il giorno dopo la vergognosa bufala allitaliana, la patacca mediatica, De Rossi è più sollevato. Ma solo perché il caso è stato smontato subito e perché la Roma gli è stata vicina. Però è ancora disgustato e deciderà nei prossimi giorni, sentito papà Alberto, se procedere con le querele
E forse chiosa migliore non cè a tutta la faccenda. Quanto al rinnovo di Daniele, prima che qualcuno provasse a coinvolgerlo in uno scandalo era scontato. Adesso è altamente probabile. Ma resta in agenda. In settimana si dovrebbero infittire i colloqui con il suo manager, Sergio Berti. Si lavora attorno a unipotesi di 4 milioni netti a stagione più i premi. Il punto di incontro potrebbero essere i diritti di immagine del giocatore. Riavvolgiamo il nastro. E venerdì mattina. La non-notizia del suo coinvolgimento viene data in pasto alle masse. Daniele è sconvolto. Non si dà pace. La Roma non lo lascia solo, però. Lavvocato Antonio Conte riceve nel suo studio dietro piazza Mazzini De Rossi, il legale degli americani Mauro Baldissoni e Daniele Pradè (che a breve vedrà Baldini e che potrebbe restare, anche se non da ds).
In conference calla Milano cè un altro avvocato. E Roberto Cappelli, consigliere della Roma e uomo Unicredit. Viene decisa la strategia comune. Serve un comunicato della società che fughi ogni dubbio. Detto, fatto. Poco dopo, la Procura di Cremona spazza via le illazioni. Ma Daniele è agitato. Si è preso qualche giorno per decidere se far partire le querele. Ascolterà il padre, prima. In questa ipotesi, comunque, la Roma lo affiancherà. Come sempre. De Rossi non è solo. Cè la Roma, appunto: ieri Daniele ha ringraziato chi lo ha sostenuto in un momento così drammatico. Ma ci sono anche i compagni della Nazionale, che si sono fatti vivi per esprimergli la loro indignazione. Pure Prandelli gli ha telefonato. «Dopo la partita con lEstonia ha spiegato il Ct - abbiamo pensato che fosse il momento giusto per sentirci e labbiamo chiamato. Era contento e lo aspettiamo, anche se martedì non potrà esserci».
Passata la buriana, ritrovata la tranquillità, entrerà adesso nel vivo la trattativa per il rinnovo. Il contratto scade tra un anno. Si discute su una proposta di 4 milioni netti a stagione, più i premi. E un contratto oneroso per la società, secondo in questo senso solo a quello di Totti. Lintesa potrebbe essere trovata sui diritti di immagine di Daniele, un altro punto in discussione. Se la Roma potesse continuare ad esserne titolare, è possibile che non manchi molto alla firma. Da parte degli americani, cè la ferma intenzione di prolungarlo. Perché De Rossi, come Totti, è la romanità. E unistituzione nellistituzione. Non è solo un campione, è il senso di appartenenza, lidentità collettiva che si spiega con una maglia e una fascia che ora è di vice e un giorno sarà di capitano. Come fai a rinunciarci?, si è chiesto DiBenedetto.
De Rossi non ha conquistato solo il cuore del prossimo presidente della Roma. Sabatini ne è entusiasta. Gli piace il carattere del giocatore. Il nuovo ds è dellidea che i calciatori come lui siano lanima, la colonna portante, il cuore di una squadra. In campo e nello spogliatoio, sono i De Rossi a reggere le fila, a trasformare la cartapesta in diamante, una zattera in una corazzata. Pure quando la prestazione non è sufficiente. Conta quello che cè dietro la prestazione. Conta quello che si trasmette agli altri, che poi magari quel giorno giocano meglio di lui. Ecco perché pensare che De Rossi si possa essersi venduto una partita, e quindi la Roma, non è stata solo una menzogna. Una porcheria. No, è stata una fesseria che ha evidenziato una scarsa conoscenza di questo gioco e di cosa sia De Rossi in questo gioco. Se la Roma è un film, la maggior parte di chi va in campo è una comparsa. Il regista è Daniele. E Totti? E vabbé, ma Totti è Totti. E una leggenda meravigliosa. E oltre tutto, è sotto semmai solo alla parola Roma.