CORSPORT (A. FANI' / A. POLVEROSI) - A pensarci bene, anche noi abbiamo avuto il nostro Guardiola. Più di trentanni fa, ma labbiamo avuto. E un ragazzino che ora ha 72 anni, continua a fare lallenatore e fra pochi giorni lo sfideremo con la Nazionale, che lui stesso ha guidato. Quel ragazzino è Giovanni Trapattoni, fa il ct dellEire e quando aveva compiuto da poco 38 anni vinse (era il 1977) il suo primo scudetto sulla panchina della Juventus al primo tentativo. Come Guardiola, che cè riuscito a 37 anni, giocando un calcio quasi opposto a quello del Trap, ma la premessa serve per far capire che nel calcio italiano, in certi momenti, lo spazio per i giovani allenatori non è mancato. Solo che la prossima stagione, se anche lultimo tassello (Luis Enrique alla Roma) andrà a posto, avremo panchine da record nel medio-alto livello della A, per la verde età di chi vi poggerà i giovani e già nobili glutei. Inter: Leonardo 42 anni. Fiorentina: Mihajlovic 42. Juventus: Conte 42. Milan: Allegri 44. Roma: Luis Enrique 41. Tutti under 45. Se Javier Zanetti, a un passo dai 38, è titolare in una squadra che gioca 60 partite lanno, potrebbe esserci un posticino in campo anche per qualcuno di questi cinque. Fra laltro, non ce nè uno che abbia messo un filo di pancetta.
Cosa cercano, con i giovani, le grandi italiane? Entusiasmo, idee, magari anche un po di risparmio (fra Ancelotti e Leonardo, fra Mourinho e Leonardo, fra Prandelli e Mihajlovic, la differenza dingaggio cè per forza), vogliono stupire, vogliono iniziare un ciclo (proprio come accadde al Trap nella Juventus) o magari vogliono semplicemente rinnovare. «In questa stagione, gli allenatori di mezza età che hanno avuto successo sono stati solo due: Mazzarri e Guidolin. Gli altri non sono più in Italia: Ancelotti, Spalletti, Mancini e Capello sono allestero, Lippi ha scelto di fermarsi per un po e Prandelli allena la Nazionale. Mancano i grandi nomi delletà di mezzo, di conseguenza le squadre più importanti hanno deciso di puntare sui giovani», spiega Renzo Ulivieri, 70 anni, presidente dellassociazione allenatori, che aggiunge: «Il resto lo ha fatto Guardiola».
Punteremo al guardiolismo per il gioco e anche per letà? «Penso di sì. Guardiola allestero e Allegri in Italia, che ha realizzato qualcosa di più difficile rispetto al tecnico del Barça: al primo tentativo ha portato allo scudetto un grande club che non vinceva da anni», la risposta è di Massimo Ficcadenti, uno che è arrivato sulla panchina di una squadra di Serie A, la Reggina, quando non aveva ancora 40 anni. «In Spagna o Portogallo è quasi normale puntare su allenatori molto giovani. Ma in Italia il fatto che cinque grandi club decidano di affidarsi a cinque Under 45 deve far riflettere. Se si tratta di casualità o di ricambio generazionale lo sapremo col tempo».
Solo Allegri, a 44 anni, è una certezza. La Juventus ci aveva già provato con Ferrara, ma nonostante i problemi di quella stagione adesso ci riprova con Conte; il campionato della Fiorentina non è stato esaltante (causa infortuni a raffica), ma i Della Valle vanno avanti con Mihajlovic; lInter ha perso lo scudetto quando era sul punto di vincerlo ed è stata malmenata in Champions, ma non molla Leonardo (che comunque ha vinto la Coppa Italia); infine la Roma punta su un giovane che arriva dalla B spagnola. «In Italia, il vento è cambiato». Parola di Renzo Ulivieri.