Effetto Guardiola sulle panchine

01/06/2011 alle 11:47.

CORSPORT (A. FANI' / A. POLVEROSI) - A pensarci bene, anche noi abbiamo avuto il nostro Guardiola. Più di trent’anni fa, ma l’abbiamo avuto. E’ un ragazzino che ora ha 72 anni, continua a fare l’allenatore e fra pochi giorni lo sfi­deremo con la Nazionale, che lui stesso ha guidato. Quel ragazzino è Giovanni Trapattoni, fa il ct dell’Eire e quando aveva compiuto da poco 38 anni vinse (era il 1977) il suo primo scudetto sulla panchina della Ju­ventus al primo ten­tativo. Come Guar­diola, che c’è riusci­to a 37 anni, giocan­do un calcio quasi opposto a quello del Trap, ma la premes­sa serve per far ca­pire che nel calcio italiano, in certi momenti, lo spazio per i giovani allenatori non è mancato. Solo che la prossima stagione, se an­che l’ultimo tassello (Luis Enrique alla Roma) andrà a posto, avremo panchine da record nel medio-alto livello della A, per la verde età di chi vi poggerà i gio­vani e già nobili glutei. Inter: Leonardo 42 anni. Fiorentina: Mihajlovic 42. Ju­ventus: Conte 42. Milan: Allegri 44. Ro­ma: Luis Enrique 41. Tutti under 45. Se Javier Zanetti, a un passo dai 38, è tito­lare in una squadra che gioca 60 partite l’anno, potrebbe esserci un posticino in campo an­che per qualcuno di que­sti cinque. Fra l’altro, non ce n’è uno che abbia messo un filo di pancetta.

Cosa cercano, con i giovani, le grandi italiane? Entusiasmo, idee, magari an­che un po’ di risparmio (fra e Leonardo, fra Mourinho e Leonardo, fra Prandelli e Mihajlovic, la differenza d’ingaggio c’è per forza), vogliono stupi­re, vogliono iniziare un ciclo (proprio come accadde al Trap nella ) o magari voglio­no semplice­mente rinno­vare. «In que­sta stagione, gli allenatori di mezza età che hanno avuto successo sono stati solo due: Mazzarri e Guidolin. Gli altri non sono più in Italia: , Spalletti, Mancini e Capello sono all’estero, Lippi ha scelto di fermarsi per un po’ e Pran­delli allena la Nazionale. Mancano i grandi nomi dell’età di mezzo, di conse­guenza le squadre più importanti hanno deciso di puntare sui giovani», spiega Renzo Ulivieri, 70 anni, presidente del­l’associazione allenatori, che aggiunge: «Il resto lo ha fatto Guardiola».

Punteremo al guardiolismo per il gio­co e anche per l’età? «Penso di sì. Guar­diola all’estero e Allegri in Italia, che ha realizzato qualcosa di più difficile ri­spetto al tecnico del : al primo tentativo ha portato allo scudetto un grande club che non vinceva da anni», la risposta è di Massimo Ficcadenti, uno che è arrivato sulla panchina di una squadra di Serie A, la Reggina, quando non aveva ancora 40 anni. «In Spagna o Portogallo è quasi normale puntare su allenatori molto giova­ni. Ma in Italia il fatto che cinque grandi club decidano di affidarsi a cinque Under 45 deve far riflettere. Se si trat­ta di casualità o di ri­cambio generazionale lo sapremo col tempo».

Solo Allegri, a 44 an­ni, è una certezza. La ci aveva già provato con Ferrara, ma nonostante i problemi di quella stagione adesso ci riprova con ; il campionato della non è stato esaltante (causa infortuni a raffica), ma i Della Valle van­no avanti con Mihajlovic; l’Inter ha per­so lo scudetto quando era sul punto di vincerlo ed è stata malmenata in Cham­pions, ma non molla Leonardo (che co­munque ha vinto la Coppa Italia); infine la Roma punta su un giovane che arriva dalla B spagnola. «In Italia, il vento è cambiato». Parola di Ren­zo Ulivieri.