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Zanetti, mille partite domani. E molte altre ancora da giocare

10/05/2011 alle 11:28.

CORSPORT (P. GUADAGNO) - Mille e non sentirle. Domani se­ra, contro la Roma, Javier Zanetti taglierà lo straordinario traguardo delle mille partite ufficiali in carriera. Festeggerà a modo suo, ossia con l'ennesima fascia speciale, visto che gran parte di quelle gare le ha disputa­te da capitano dell'Inter e della nazionale argentina e visto che sfog­giarne una particolare per ogni ricorrenza

IL RICORDO -E pensare che, quando sbarcò in Italia, raggiungendo direttamente il riti­ro estivo nerazzurro, Zanetti era pratica­mente uno sconosciuto: «Mi ricordo soprat­tutto la sua timidezza- racconta Nicola Ber­ti, uno di quelli che allora lo accolse in squa­dra -Ma anche il fatto che più dotato di lui doveva essere il suo connazionale Seba­stian Rambert, con cui si presentò in ritiro e che non so nemmeno che fine abbia fatto. Posso dire che da allora è sempre rimasto uguale, non è cambiato, e che si merita tut­to ciò che gli ha regalato la carriera. Per me è un esempio per tutti i calciatori e non po­trebbe essere altrimenti davanti a un cam­pione capace di disputare la sua miglior stagione a 36 anni compiuti. Che avesse un gran fisico lo si è capito subito e lui ha avuto la costanza e l'impe­gno di allenarsi sempre al massimo. Alla luce delle sue condizioni, può aggiungere altre 3-4 stagioni ad alto li­vello ».

QUI PER SEMPRE -Berti ricorda che quel pri­mo Zanetti era timidissimo, timoroso davan­ti all'avventura che andava a cominciare. Ora, invece, è un leader dentro lo spogliato­io interista, si è trasformato nella coscienza del gruppo, puntuale nel mettere sempre la faccia anche in occasione nelle delusioni più cocenti. Il popolo nerazzurro ama il suo ca­pitano in maniera viscerale e lui ricambia così:«Questo club mi ha dato tutto, ed es­sendo il capitano, sento anche una grande responsabilità. Non penso a tornare in Ar­gentina, ma a finire la carriera indossandoquesti colori».

Difficile intuire quale sia il suo segreto visto che Zanetti fa sembrare tutto naturale:«Mi alleno assieme ai miei compagni, tutti i giorni e sempre al massi­mo. Cosa mangio? Pasta, carne e verdure. Non sono ossessivo nell'attenzione al cibo, mentre mi piace mangiar bene, l'asado in particolare. Tra l'altro, Samuel è un feno­meno a prepararlo. All'Inter ci sono molti argentini e in genere stiamo sempre insie­me, tanto più che anche le nostre mogli so­no amiche tra di loro. Passiamo dei bei mo­menti in compagnia. Il calcio mi ha dato l'opportunità di conoscere delle brave per­sone, è una delle cose che apprezzo di que­sto sport».

Una cosa è certa, dopo le prime mille gare, ce ne saranno ancora tante altre per Zanetti, con Massimo Moratti che se lo terrà stretto almeno fino al 2013, ovvero quando scadrà il suo attuale contratto, poco prima di compiere quarant'anni.«Con l'età che ho mi pongo solo obiettivi a breve termi­ne, quindi non ho in programma di giocare il Mondiale 2014 in Brasile, ma la prossima Coppa America certamente sì. Cosa farò quando smetterò? Immagino che farò avan­ti e indietro tra l'Argentina e l'Italia. La ve­rità è che io e la mia famiglia ci troviamo benissimo qui. Dopo il calcio voglio goder­mi la famiglia e i miei figli vanno a scuola in Italia e parlano molto bene l'italiano».