
CORSERA (G.PIACENTINI)- «Sarà una Roma forte» . La promessa è di Walter Sabatini, luomo incaricato dalla nuova proprietà di costruirla, «la Roma forte» . Il d. s. giallorosso in pectore («ancora non lo sono ufficialmente, le mie sono considerazioni da libero pensatore» ) è sbarcato ieri mattina intorno alle 7 a Fiumicino, di ritorno dallArgentina dove è andato «a fare la spesa» . È tornato con la valigia carica non di sogni, ma di qualche certezza. La prima ha il nome di Erik Lamela, talento diciannovenne del River Plate che Sabatini ha bloccato: costa 12 milioni e il suo ingaggio è di circa un milione di euro netti a stagione. È ancora presto, però, per dire che Lamela giocherà sicuramente nella Roma
La seconda certezza ha il nome di Ricardo Alvarez, centrocampista sinistro (ma può giocare trequartista) del Velez Sarsfield. Classe 88 e passaporto comunitario, si può prendere per una cifra tra gli 8 e i 10 milioni nonostante un timido interessamento dellArsenal. Piace forse più di Lamela, anche se il suo nome accende meno gli animi della piazza. Sabatini oggi non andrà a Trigoria, come aveva dichiarato lui stesso ieri mattina, a conoscere la squadra. Un gesto di rispetto verso chi ancora lavora dentro la Roma. Lo farà quando il suo ruolo sarà ufficializzato. Ieri, intanto, a Londra è andato in scena lincontro definito «costruttivo» dalle parti tra Franco Baldini e James Pallotta. Limprenditore americano e il prossimo d. g. hanno parlato della Roma che sarà e, probabilmente, anche del prossimo allenatore giallorosso. La candidatura più accreditata resta quella di Deschamps ieri è spuntato anche il nome di Luis Enrique, allenatore del Barcellona B che nei giorni scorsi ha avuto un nuovo contatto con Sabatini. Deschamps ha confidato ai suoi amici romani di sentirsi particolarmente attratto dal progetto giallorosso. Ora dovrà dirlo al presidente del Marsiglia, Jean Claude Dassier, che ieri ha definito «una cavolata» linteressamento della Roma per il suo allenatore. Ma nel calcio, si sa, spesso i presidenti sono gli ultimi a sapere le cose.