CORSPORT (P. TORRI)- Quattro giorni da Roma vera. Stasera lInter, domenica il Catania. In ballo tutto o quasi: una finale di Coppa Italia che può voler dire anche la Supercoppa a Pechino il prossimo sei agosto, un quarto posto in campionato che potrebbe voler dire una ventina di milioni di euro se poi, sempre ad agosto, si sarà capaci di superare il preliminare di quella Champions che fa tutta la differenza del mondo tra una stagione sufficiente e una fallimentare
RICORDI - In un incrocio davversari, lInter e poi il Catania, che non possono non far tornare la memora a tre anni fa, lultima di campionato al Cibali, lodore forte dello scudetto per unora, prima che Ibrahimovic lasciasse le stampelle in panchina, entrasse in campo a Parma e azzerasse i sacrosanti meriti di quella Roma, la migliore della coinvolgente epoca Spalletti, ottantadue punti, ventiquattro vittorie in campionato, record storici della società giallorossa, insufficienti però a garantire uno scudetto che pure sarebbe stato meritato.
INCROCI - Ma come dicono gli allenatori bravi, si deve pensare a un avversario alla volta. Quindi, ecco ancora una sfida con lInter, una roba che abbiamo perso il conto delle volte che queste due squadre si sono trovate a guardarsi negli occhi nelle ultime cinque- sei stagioni. Giocandosi sempre qualcosa, scudetti, coppe e supercoppe. Per tornare a sentire il profumo della vittoria, a questa Roma di Montella, reduce da una stagione sempre vissuta sullorlo di una crisi di nervi, attraversando un infinito ed estenuante periodo di transizione verso la nuova proprietà americana, serve unimpresa, di quelle vere, contro unInter che questanno è sazia, Mondiale per club a parte, soltanto di obiettivi mancati. Qualche anno fa, dopo un ventennio in cui a San Siro la Roma praticamente non era mai riuscita a vincere contro le due milanesi, limpresa sarebbe potuta sembrare impossibile. Ora, però, pur con una formazione che dovrà rinunciare a giocatori che fanno la differenza, a partire da un certo signor Francesco Totti, si può coltivare la speranza. Soprattutto perché nelle ultime stagioni il tabù Meazza è stato sfatato a più riprese, sia contro lInter che contro il Milan. Questo gruppo, insomma, sa che si può, che ci si può presentare a San Siro e uscirne con il sorriso dei giorni migliori.
GOL - Lo sa anche Vincenzo Montella che uno dei suoi ultimi gol con la maglia della Roma, lha segnato proprio qui, il ventisei ottobre del 2005, rete dapertura di una vittoria romanista (3-2), frutto di gioco e superiorità tattica, laeroplanino ad aprire le marcature, poi una doppietta di Totti, un gol con un cucchiaio che fece scattare gli applausi anche del pubblico milanese, prima che una doppietta di Adriano, sì proprio lui, costringesse allansia sino al fischio finale. E poi, sempre qui, a San Siro, la festa nella vittoria in Supercoppa (2007), gol partita di Daniele De Rossi, linno vendittiano a Milano, i coriandoli giallorossi, una festa infinita con oltre diecimila tifosi romanisti. Una festa che, sempre quellanno, il diciotto aprile, aveva visto la Roma spallettiana vincere a Milano contro lInter pure in campionato, un tre a uno che comunque ebbe il merito di rimandare la festa scudetto di Moratti e discepoli. La Roma, che in gran parte è quella di queste vittorie, farà bene a ricordare stasera quando scenderà in campo. Perché le imprese sono difficili, ma non impossibili.




