IL ROMANISTA (M. MACEDONIO)- A fine partita è una statua di sale, Vincenzo Montella, che nemmeno il sudore che gli imperla la fronte riesce a sciogliere. Prova a sorridere, il tecnico, quasi nervosamente, quando si presenta ai microfoni delle varie televisioni. Quello di oggi è un verdetto pesante, gli fanno notare senza mezzi termini. «Guardando la classifica, sicuramente è così risponde. - Ma dobbiamo ricordare le difficoltà che abbiamo incontrato. Non è per giustificare la squadra, ma oggi è stato tutto molto difficile. E se avessi potuto avrei giocato io».
Fa lelenco, Vincenzo, di ciò che ha condizionato, e anche pesantemente, landamento di questultima gara. Dagli infortuni di Mexes e Brighi alle squalifiche di De Rossi e Perrotta. Passando per la sostituzione di Juan dopo 3 minuti e i problemi intestinali di Borriello o quelli fisici di Greco e Vucinic. «Con Cassetti e Rosi che hanno chiuso tutti e due zoppicando» aggiunge. Quanto allaccoglienza riservata alla squadra: «Larrivo allo stadio non è stato dei migliori e i tifosi non ci hanno accolto bene. Ma eravamo consapevoli di quello che ci aspettava e sapevamo che dovevamo mettere tutto in campo per vincere». E tempo di bilanci, comunque. «Per me è stata unesperienza importantissima dice Montella. - Tutti hanno messo tutto, chi più chi meno, per arrivare in fondo. Il nostro obiettivo purtroppo è sfumato con una giornata di anticipo, ma al quarto posto ci abbiamo sempre creduto. Spesso, chi non dà il massimo è perché non riesce, non perché non vuole».
Una media-punti, la sua, che è migliore della classifica conclusiva, ma è mancata nello scatto finale. Anche se il fatto che altri allenatori siano stati contattati ma che siano anche arrivati molti rifiuti, lo vede sereno. «Quando ho accettato lincarico avrebbero rifiutato in molti e bisogna vedere se è vero che ora ci siano stati tutti questi. Non so che in che posizione io sia, ma in ogni caso qualcosa in tal senso dovrei dirla anchio». Un tormentone sembra essere quello che lo vuole troppo amico dei vecchi De Rossi e Totti, quasi fossero pari grado a lui. «Quando giocavo risponde Vincenzo - si diceva che non andavo daccordo con loro. Mi sono calato nel mio nuovo ruolo e nelle prime giornate ho fatto giocare Borriello e non Totti. Poi, se le cose sono andate diversamente, è perché è stato il campo a dimostrare il contrario».
Tornerà sullargomento ai microfoni di Mediaset. «I miei ex compagni si sono comportati da professionisti. Ci sono dei tecnici continua Montella - che hanno dei rapporti quasi paritari con i propri calciatori ed hanno vinto tantissimo. Preferirei, e vorrei, portare avanti le mie idee, non come è successo quest anno, in cui ho dovuto spremere tutte le risorse a mia disposizione». Non sfugge, il tecnico, neanche quando gli viene chiesto se accetterebbe di allenare ancora la Roma, senza garanzie di organico e di mercato. «Non mi piace parlare di cose non reali. Se le cose non si sanno, si sbaglia sempre. E chiaro che se venissi scelto, dovrei avere voce in capitolo, anche per la risoluzione di alcuni aspetti».
E riguardo ad un eventuale interessamento della Sampdoria: «Non posso negare il mio affetto per lei ma da allenatore non sono mai stato contattato». Meglio parlare della Roma. Ha parlato con qualcuno, nella confusione societaria? «Posso aver parlato ma possiamo non aver deciso. Si è detto tutto e il contrario di tutto. Ci siamo dimenticati che io possa avere la mia in ogni caso. Se mi riconfermerei? Non faccio il dirigente ma lallenatore: faccio il mio mestiere».




