IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Vogliamo dare un senso alla nostra stagione». La frase di Vincenzo Montella non comprende solo la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro lInter, stasera a San Siro, ma anche le ultime due partite di un torneo ancora aperto per la Roma, in corsa almeno per i preliminari della prossima Champions. La tappa di Milano, nonostante lo svantaggio di partenza per lo 0-1 dellOlimpico, potrebbe anche avere però unincidenza maggiore sul futuro della squadra giallorossa e dello stesso allenatore. Perché la nuova proprietà chiede a lui, in panchina dal 21 febbraio, di estrarre dal cilindro la finalissima. Non per il risultato in sè. Per riaccendere lentusiasmo di una piazza depressa e ormai quasi distaccata.
Lostacolo è nerazzurro, come tante volte negli anni Duemila e anche in questa competizione, in una sfida che è El Clasico de noantri. Leonardo, mai sconfitto dalla Roma, in casa vanta len plein in Coppa Italia, 1 successo negli ottavi contro il Genoa, e in campionato, 11 vittorie in 11 gare, con lunico scivolone nel derby, giocato comunque in trasferta il 2 aprile, prima dello schianto, anche quello al Meazza, contro lo Schalke 04 tre giorni dopo (negli ottavi, sconfitta interna pure con il Bayern). Montella, però, quando torna da un viaggio difficilmente rientra a casa a mani vuote. Come il collega il brutto ricordo è la Champions, a Donetsk contro lo Shakthar, ma nei cinque incontri esterni di campionato, 4 vittorie e 1 pareggio, ha addirittura una media più alta di quella di Allegri, cioè del primo della classe. «E difficile ripetersi anche per gli infortuni e per le squalifiche che abbiamo. Ci crediamo lo stesso, perchè abbiamo i mezzi per provarci».
«La Roma, comunque, è da Champions». Montella lo dice con orgoglio, difendendo i suoi numeri. In 11 partite 21 punti con una media di 1,91 che non è da scudetto ma buona per viaggiare allo stesso ritmo dellInter o del Napoli, seconda e terza del torneo. Il bilancio personale sta nellennesima rimonta giallorossa. «Un punto o una partita non possono far pendere la bilancia da una parte. Non sto qui a spingere la mia candidatura. Ma la squadra ha recuperato, da quando ci sono io, nove punti alla Lazio e cinque allUdinese. La nostra media è da secondo-terzo posto e siamo ancora in corsa per la Champione e per la finale di questa coppa. Le aspettative iniziali erano altre: abbiamo però fatto molti miglioramenti. Il merito è anche dei ragazzi. Sarò impopolare, ma hanno invertito la tendenza». Non accetta il paragone con la Roma della stagione scorsa, in lotta per lo scudetto sino al traguardo: «Conta la storia di questannata e non di quella scorsa. Lattesa era superiore alle potenzialità di questo gruppo che forse poteva in ogni caso fare di più. Non mi interessa avere crediti a livello personale. Un allenatore si valuta in tanti modi, non solo per una coppa alzata. Si può vincere anche senza conquistarla, dipende da che valore si dà al lavoro di una persona. A me ora interessa dare solo convinzione a questi calciatori che ci devono provare sino in fondo. Non mi devo far condizionare dal domani. Guardo solo al presente».
Così avverte la rivale per la Champions: «LUdinese si deve sudare le ultime due partite». E anche la Roma: «Per noi sarebbe difficile da mandare giù se non riuscissimo ad agguantare il quarto posto per i nostri errori».