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Montella: «La classifica non mente»

22/05/2011 alle 12:21.

CORSERA (L. VALDISERRI) - «Il mio calcio? Io voglio innanzitutto che il giocatore abbia il senso del dovere, perché io da calciatore ho ricevuto questo tipo di formazione. Voglio che il giocatore non abbia soltanto voglia di vincere, perché credo che ce l’abbiano tutti, ma che abbia la voglia di prepararsi a vincere, che sappia accettare delle rinunce,

Siamo convinti che, se Montella avesse iniziato la stagione e non avesse ereditato una squadra in corsa, le sue decisioni sarebbero state ben più drastiche. Altro che amico dei calciatori! «C’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha. C’è chi vuole migliorare e migliora, c’è chi cerca degli alibi attraverso anche il cambio dell’allenatore. Non credo che Menez ce l’abbia con me. Nella partita più importante dell’anno, il derby, ha giocato. Le ha fatte tutte le partite importanti. Se non è riuscito ad esprimersi come ci aspettavamo non penso sia colpa mia» .

Quella contro la Sampdoria sarà l’ultima sulla panchina della Roma. E la Roma dovrà essere rifondata: «La classifica non mente quasi mai nell’arco di un anno. Io non so se sia finito un ciclo, ma la classifica non mente perché sono 38 partite. Il contatto con Pioli? Sinceramente non mi ha dato fastidio. Credo che abbiano sentito tantissimi altri allenatori, così come si fa nel calcio. Il mio futuro? Devo valutare cosa mi viene proposto, se qualcosa mi sarà proposto. Se dovessero chiedermi di restare, le valutazioni da fare sarebbero tante. Non è detto che allenare la Roma a tutti i costi sia la cosa migliore per me. Certo, mi piacerebbe fare l’allenatore, dopo un’esperienza del genere credo di essere cresciuto molto. In questi tre mesi, con tutte le difficoltà che ci sono state, penso Mi è stato rimproverato di non aver battuto il Milan, ma è una squadra fortissima che vinto il campionato. Mi è stato rimproverato di non aver vinto con il Catania, in una partita in cui la mia squadra era decimata, in cui abbiamo toccato il fondo sia come gioco che come disponibilità. Per me essere stato ed essere ancora in lizza per allenare la Roma è motivo di grandissimo orgoglio. Penso di aver fatto delle cose buone. Fischieranno la squadra e non me, contro la Samp? Se fischieranno la squadra, quei fischi li sentirò anche miei»