L'ultima partita dell'èra Sensi

22/05/2011 alle 12:08.

IL ROMANISTA (B. DE VECCHI) - La prima volta è come l’ultima. Non si scorda mai. Con Roma-Sampdoria si chiude un ciclo, un’era, una storia che sembrava infinita. Quella dei Sensi. Ma si chiude anche la ventesima presidenza della Roma. Quella di Rosella Sensi. La dotto

L’amor sono i colori che da bambina guardava estasiata, quando Franco Sensi e la Roma non erano ancora una cosa sola. Correvano gli anni 70, stagione di bombe, inflazione, guerra fredda e di una Rometta che Viola avrebbe fatto Roma. L’avrebbe resa grande, così come papà Franco un ventina d’anni più tardi. In quell’età così intensa per l’Italia, Franco portava Rosella allo stadio. E la portava, pure, là dove la Roma non era nata ma dove pure si sentiva – anzi, era – padrona. A Campo Testaccio. Quando nel 2000 Franco Sensi inaugura il nuovo Campo Testaccio, lei è lì. In disparte.

Nessuno la conosce, non è ancora nemmeno amministratore delegato. Rosella ammira da lontano le gesta del padre, il tentativo di Franco di restituire l’antica dignità alla casa di mamma Roma. Franco e la signora Maria hanno tre figlie. Rosella è quella più simile al padre: è destinata a raccoglierne l’eredità. I primi anni 2000 segnano l’inesorabile avvicendamento societario. Il patron lascia le redini del club a quella tra le figlie che, forse, più aveva passione e voglia per imbarcarsi in questa avventura. Rosella diventa amministratore delegato del club, la società cambia politica e nel 2004 si arriva alla separazione con Franco Baldini, l’uomo che aveva costruito la Roma del terzo tricolore. Quando il 17 agosto 2008 il patron ci lascia, l’erede naturale è lei.

Undici giorni dopo, il 28 agosto, Rosella Sensi viene nominata presidente del Cda dell’As Roma. La Roma viene dalla cocente sconfitta ai rigori di Supercoppa, l’Inter ha appena alzato il trofeo che e la Roma (ma sono la stessa cosa…) avrebbero voluto dedicare a Franco Sensi. La Sensi si rimbocca le maniche. Bisogna mantenere la società in perfetto equilibrio finanziario. Di soldi da mettere di tasca propria la famiglia non ne ha più. Il padre ha già dato tutto. L’esordio da presidente è Roma- , tre giorni dopo l’elezione. All’Olimpico termina 1-1. E’ il primo campanello d’allarme di una stagione sfortunata, che la Magica concluderà al sesto posto. Come quest’anno, forse. Il 2 luglio 2009 è un altro giorno storico della breve presidenza di Rosella.

Mentre la Sensi rassicura la squadra sul futuro della società al raduno di Trigoria, Montella lascia il calcio giocato e annuncia l’ingresso nello staff tecnico della Roma
. Le loro strade non sono iniziate insieme, Rosella è diventata numero 1 un anno prima. Ma insieme si divideranno. Oggi, entrambi diranno addio. Oggi, lasceranno il timone due figure, due personaggi, due figli di questa grande storia. Una storia chiamata Roma.