Luis Enrique allenerà la Roma

27/05/2011 alle 11:30.

CORSPORT (P. TORRI) - Chissà le risate che si sono fatte, ci pare di sentirle. C’è Pioli. C’è Biel­sa. C’è Gasperini. C’è Do­mingos. C’è questo, c’è quell’altro. C’è, invece, Luis Enrique. Sarà lui il nuovo allenatore della Ro­ma, il tecnico individuato per dare inizio alla rivolu­zione culturale americana sotto il Colosseo. E’ una sfi­da senza precedenti.

GUARDIOLA - Macchina del tempo, torniamo in­dietro a metà marzo, le ramblas sono sempre popo­late di belle fanciulle, il ha già messo in cassaforte la Liga, Guar­diola fa capire che il suo tempo sulla panchina ­lana sta scadendo. E allora, contatto. Forte dell’amici­zia e della stima reciproca maturata ai tempi della Ro­ma di Franco Sensi, Fran­co Baldini, che non ha mai interrotto i rapporti con il Pep, chiama, consapevole come ormai il progetto americano stia andando a dama e quindi per lui si fa assai più probabile un ri­torno a Trigoria.

L’obietti­vo, roba forte, è quello di offrire a Guardiola la pan­china della Roma del nuovo corso. Sarebbe il colpo del­l’anno. L’offerta viene fat­ta, condita da progetti, idee, obiettivi. Il catalano in qualche modo rimane af­fascinato dall’idea della sfi­da, ma come si fa a lascia­re, così, su due piedi, il dei sogni? Me­glio rimandare. Si parla al­lora di Roma, allenatori, giocatori. Spunta anche quello di Luis Enrique che sta facendo benissimo con il B in Segunda. Baldini metabolizza, Saba­tini pure.

LUIS ENRIQUE - Quando si metabolizza, nel calcio, vuole dire chiedere infor­mazioni, vedere, prendere appunti, confrontarsi con procuratori, dirigenti, ma­nager, amici, amici degli amici. Il tutto mentre conti­nua la ricerca del nuovo al­lenatore della Roma. Ma si prende atto che le prime scelte, a partire da Villas Boas, sono destinate a ri­manere un sogno e che bi­sogna virare su altri nomi. Fino a quando non arriva una telefonata, perché non prendete Luis Enrique? Già, perché non prendiamo Luis Enrique? E qui, stiamo parlando di una quindi­cina di gior­ni fa, che c’è il contatto, telefonico, con il tecni­co che non sopporta Mauro Tas­sotti. Il con­tatto è positi­vo, le parti si piacciono, si danno ap­puntamento per appro­fondire la questione.

Approfondita. Con succes­so. Perché tutti i dubbi ca­dono, si decide di puntare sullo spagnolo. Che, nel frattempo, alla stampa spa­gnola annuncia il suo addio, «il mio ciclo al è finito, conta l’ambizione, Van Gaal mi ha insegnato tanto». In Spagna ci sono almeno due club che lo vor­rebbero, l’Atletico Madrid e il Real Saragozza, ma Luis Enrique è affascinato dal progetto Roma.

Gli pia­ce l’offerta di essere al cen­tro di un progetto, ambizio­so come lui. Il cerchio si va chiudendo, la base del con­tratto dovrebbe essere un biennale più uno, l’ingaggio non è un problema, comun­que a crescere e arricchito dalla voce premi. Nei pros­simi giorni, andrà a (si dice lunedì, ma non è escluso che vada domenica per an­dare a vedere la partita del B). Per cono­scerlo, in realtà già lo cono­sce bene. C’è solo da met­tere nero su bianco, sempre che non sia stato già fatto.