IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Siamo alle solite. Non fosse bastato il disastro combinato finora ai danni della Roma, società ridotta sul lastrico con un buco così grosso da farci passar dentro il Colosseo intero, ora si continua a perseverare cercando di sfruttare londa lunga che la cessione forzata della società ha innescato.
Il tira e molla sui diritti tv ne è cartina di tornasole, perché secondo i conti fatti dagli americani (e loro sui numeri difficilmente sbagliano), alla Roma converrebbe nettamente (si parla di 6 milioni di euro) stare con le «piccole», invece che intestardirsi a restare incollati al treno delle grandi. Ma vuoi mettere linfluenza? Gli amici degli amici: quelli contano eh!? Loro sì che possono fare la differenza nella scalata alla poltronissima. Come sempre viene spontanea una domanda: ma a chi conviene!? Alla Roma? O a chi lha gestita (malissimo) finora!? La risposta è scontata e la danno proprio i numeri. E il terzo polo (ossia la banca)? Anche lì forse non hanno capito bene come stanno le cose. «Meglio avere un presidente amico in Lega» pensa, sbagliando, qualcuno nel Palazzo dei soldi: ma siamo sicuri che, qualora finisse così, sarebbe davvero un amico (a)!? I dubbi, quantomeno sono leciti: per non dire certezze. Errare è umano ma perseverare




