CORSERA (L. VALDISERRI) - Il 29 agosto 2009 la Roma perse 1-3 allOlimpico con la Juventus e il giorno dopo Luciano Spalletti diede le dimissioni. Non si sentiva più di allenare un gruppo che considerava «finito» e non voleva prendere in giro se stesso e i tifosi. Vucinic entrò nella ripresa, Juan era in panchina, Doni infortunato. In pratica è la squadra di Catania, domenica. Chi non cera (Mexes, De Rossi, Perrotta) era assente
In pratica è la squadra di Catania, domenica. Chi non cera (Mexes, De Rossi, Perrotta) era assente per infortunio o squalifica, altrimenti avrebbe giocato. Solo Menez era fuori per scelta tecnica: Montella ha preferito affidarsi a Borriello, che aveva vomitato per tutta la notte precedente, e non ci sentiamo di dare torto all'allenatore. Il Menez attuale è il più malato di tutti i giocatori della Roma e il secondo è Vucinic. La squadra era finita ventuno mesi fa, come era possibile ottenere di più adesso? La Roma di Claudio Ranieri versione 2010 è stata una magnifica ma venefica illusione, che ha nascosto le rughe sotto due dita di cerone. E adesso, che fare? Chi scrive, ma forse è l'unico a Roma, darebbe fiducia a Vincenzo Montella. Altri, però, sono i segnali che arrivano dal magma ancora informe che sarà la Roma del futuro. E, allora, bisogna fare chiarezza il prima possibile sulla conduzione tecnica. Walter Sabatini è l'uomo mercato e il suo allenatore ideale è Delio Rossi.
Sì, quel Delio Rossi che si tuffò nel Fontanone dopo aver vinto alla guida della Lazio il derby del 10 dicembre 2006. Logico che per i tifosi romanisti quel ricordo sia insopportabile. Ma se Delio Rossi è l'uomo giusto per la ricostruzione, ben venga Delio Rossi. La squadra è da svecchiare, motivare, restituire all'etica del lavoro ma anche dell'entusiasmo. C'è solo il futuro, non ci deve essere il passato. Di quello ce n'era fin troppo in campo, domenica, a Catania. P. S.: se poi Delio Rossi si presenta con Javier Pastore è meglio.