IL ROMANISTA (D. GALLI - C. ZUCCHELLI) - Unora e mezza di incontro. Per conoscersi, per parlare di Roma, ma non di calciomercato. Perché Pallotta glielo ha promesso: non entrerà nelle scelte di Baldini.
È stata una chiacchierata tra due persone che non si conoscevano, ma che lavoreranno insieme per il bene comune. Quello della Roma. Fonti vicine al prossimo direttore generale giallorosso hanno definito «buono» lincontro. Hanno avuto unottima impressione luno dellaltro e Pallotta ha rassicurato Baldini sulla solidità finanziaria della cordata. Presto, lo farà DiBenedetto in persona.
La prossima settimana potrebbe arrivare a Roma (a patto che siano pronti tutti i documenti). Verrà cooptato nel Cda della Roma, in poche parole entrerà a farne parte, assumendone la presidenza in attesa che la prossima assemblea dei soci, a fine giugno, nomini il nuovo Cda, che per il 60% sarà in mano agli americani e per il 40% alla banca. Tra le questioni che più ha a cuore il presidente cè lo stadio di proprietà. La cordata guidata da DiBenedetto segue molto da vicino liter legislativo del disegno di legge sugli stadi. Disegno, non legge, perché il testo è impantanato da un anno in Commissione alla Camera. Approvarlo, significherebbe abbattere i tempi di discussione dei vari enti locali. In tre anni, secondo qualcuno, la Roma potrebbe avere il proprio stadio.
Il sottosegretario con delega allo Sport, Rocco Crimi, si è augurato ieri unaccelerazione: «La legge sugli stadi - ha detto - non è ferma, riprenderà a lavorarci la Commissione Cultura della Camera dopo la pausa elettorale per i ballottaggi». Ha spiegato Crimi: «Si sta cercando una sintesi per chiudere perché è da un anno che si sta esaminando. Si è molto vicini allaccordo e mi auguro che si possa chiudere entro lestate, o subito dopo, per poi andare al Senato entro lanno e far approvare questa legge. Serve buonsenso perchè è fondamentale per lo sport, per il calcio italiano e anche per il sistema-paese. Portiamo a casa questo testo, siamo vicini e si può fare». Crimi è consapevole di quanto benéfici siano gli effetti sui ricavi delle società: «È fondamentale per i conti dei club. Ma la legge non è semplice da far approvare perché complessa e perché impatta sul territorio.
È stata approvata al Senato allunanimità e dal maggio scorso è ferma alla Camera. Sicuramente perché può essere migliorata e, dopo i ballottaggi, sarà nuovamente incardinata alla Commissione Cultura». Ma cosa succede se la Commissione non la approva? «O entro questanno la legge passa alla Camera - avverte Crimi - oppure per non restare a mani vuote si riprende il testo del Senato approvato allunanimità». A Crimi ha risposto Enrico Letta, vicesegretario del Pd e responsabile dellArel, lagenzia che ha elaborato il documento "Report Calcio 2011" che analizza il movimento calcistico italiano sotto il profilo economico e finanziario. «Abbiamo perso fin troppo tempo, per incapacità di sintesi politica. È mancata una larga convergenza, ma adesso va stilato un testo che regga dal punto di vista finanziario nel lungo periodo. Deve esserci uno sforzo maggiore, anche perchè dai dati del Report emerge in modo incontrovertibile che la situazione del calcio italiano è quella di un gigante dargilla»