CORSPORT (F. BANDINELLI)- -« Francesco Totti è l'ultimo grande numero 10. Francesco Totti è l'esempio positivo, quello che non puoi far altro che seguire, perché ti viene naturale. Francesco Totti è la passione e l'amore per il calcio, è la dimostrazione che per ogni stop, per ogni infortunio, c'è sempre una rinascita » .Roberto Baggio, il numero 10 per definizione, ha passato il testimone. Duecentocinque gol in serie A che sembravano il passaporto per la storia eterna, all'improvviso, sono diventati pochi pure per lui: ha dovuto cedere il quinto posto tra i cannonieri di sempre all'amico Francesco Totti e lo ha fatto con orgoglio.
Quasi si commuove mentre ne parla. Dalle scalette che sovrastano il Salone de' Cinquecento di Palazzo Vecchio, cuore politico della città di Firenze, dopo essere andato a salutare l'amico Stefano Borgonovo nel giorno della presentazione del libro che racconta la sua malattia, le sue parole si sono fatte poesia. Senza eccessi né iperboli. « Cento reti sono già tante. Duecento non sono da tutti. Duecentosei sono una cosa straordinaria. Totti sta raccogliendo i successi che merita: ha la passione e l'amore per il calcio e questo si vede, si respira.Francesco ha dimostrato che nonostante i gravi infortuni subìti, nonostante i dubbi speso insinuati da altri con il coraggio e l'orgoglio si può andare oltre ad ogni limite».
VERSO UN ALTRO RECORD- Baggio non si perde in ovvietà.«Alla sua età ha raggiunto un obiettivo importante e proprio per questo gli dico di non fermarsi. Non deve mollare adesso, non ora che sta dimostrando di essere il più forte. Gli consiglio di guardare oltre(a Altafini, a quota 216, ndrc)e di puntare a superare anche lui». Robi ride. Il codino è nascosto nella giacca scura, le giocate sono le stesse di sette anni fa, quando in campo inventava,segnava e lasciava tutti senza parole. Non è cambiato. La bella storia del calcio scritta da Totti, 471 presenze con la maglia della Roma solo in campionato, è l'occasione più bella per lui di tornare a parlare.«Una volta c'era abbondanza di numeri 10, ma non venivano apprezzati. Oggi, invece, se ne sente il bisogno. Se lo convocherei in Nazionale? Quelli bravi vanno fatti giocare a prescindere dall'età, ma non intendo sostituirmi a Prandelli » .
QUESTIONE DI TESTA- Baggio sa quando è il momento di toccare palla e anche con le parole riesce a divertire.«Non è giusto fare paragoni. Io e Francesco siamo diversi, pur avendo diverse cose in comune. Di testa io ho lasciato a desiderare e pure Francesco non è formidabile? Noi due.... la testa la facciamo funzionare » . Una dietro l'altra, Baggio scopre le sue carte. Incorona il Milan campione d'Italia, ma soprattutto per la prima volta torna sulle indiscrezioni che lo volevano in rotta con la Federazione dal ruolo di presidente del settore tecnico:«Sono tutte sciocchezze, parole non vere » .Non appena ha visto spuntare Sinisa Mihajlovic, oggi allenatore della Fiorentina e un tempo avversario, lo ha subito chiamato: un abbraccio vero e tante battute:«Io ero bravo di destro - ha continuato Baggio -lui di sinistro, ma in campo parlavamo la stessa lingua. Sinisa ha fatto un lavoro straordinario pur tra mille difficoltà. Non male. Jovetic? Potrebbe diventare un grande 10. Balotelli? Mario ha qualità non comuni. Il giorno che capirà che dovrà usare la sua fortuna per dare gioia agli altri, sarà completo». L'ultimo colpo di classe è quello su Messi, prima ancora di vedere il ritorno della semifinale del Camp Nou:« Messi è uno di quei giocatori che accende la fantasia. Guardiola? Io che ho conosciuto l'uomo Pep, vi dico che è una persona unica».