Artur: «Grazie Roma, nonostante i "papponi"»

07/05/2011 alle 12:35.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - «Quando ero a Roma mi hanno fatto pochissime interviste, per questo adesso sono contento di parlare con voi. Sono pronto a rispondere a tutto». A parlare così è Artur Guilherme Moraes Gusmão, noto semplicemente come Artur, portiere-meteora della Roma per due stagioni (dal 2008 al 2010) e ad

della semifinale col Benfica, Artur, parlando della sua esperienza romana, ha detto: «Intorno alla squadra giallorossa ci sono troppi papponi». Parole di fuoco, che hanno ripreso quelle dette da De Rossi prima di Natale e che il brasiliano conferma: «Mi ricordo benissimo cosa disse Daniele dopo Milan-Roma e io ho avuto, e ho tuttora, il suo stesso pensiero».

Che cosa intende per "papponi"?

Persone che pensano solo al loro tornaconto, che guardano a certi interessi personali e non al futuro della Roma. E neanche al bene della squadra. Sono dichiarazioni dure. E’ quello penso, Daniele ha detto soltanto la verità.

E’ per colpa di questi presunti "papponi" che lei a Roma giocava poco?

Questo no, o meglio non solo, perché a Trigoria c’erano e ci sono portieri molto forti. Però la mia esperienza romana è stata condizionata da certe cose e da certe persone. Non faccio nomi, però il riferimento mi pare chiaro. Meglio comunque pensare alle cose belle, come gli amici che ho lasciato a Roma.

Doni, ad esempio, con cui ha uno stretto rapporto.

Lui è una persona incredibile,oltre che un numero 1. Siamo molto amici, quando vengo a Roma sto a casa sua e quando lui viene in Portogallo alloggia da me. Stiamo insieme anche con le famiglie, un paio di mesi fa siamo andati a Eurodisney. Gli voglio molto bene.

Con il cambio Ranieri-Montella è tornato ad essere titolare.

Se lo merita, è fortissimo e sono felice per lui. Ogni tanto però non appare impeccabile tra i pali. Capita a tutti i portieri, prima o poi. Anche per me qui a Braga non è stato facile impormi.che quando non giocavo. E adesso i miei sacrifici sono stati ripagati.

Ci racconta la sua esperienza?

La Roma mi ha lasciato libero nell’estate del 2010, la società portoghese mi ha chiamato e ho deciso di accettare. I primi mesi non ero titolare poi, poco a poco, l’allenatore mi ha inserito e adesso gioco tanto. Sono felice soprattutto di una cosa.

Quale?

Non ho mai abbandonato i miei principi, sono sempre stato me stesso, non mi sono mai abbattuto. Mi piace parare, ho continuato ad allenarmi anche quando non giocavo. E adesso i miei sacrifici sono stati ripagati.

Da quarto nella Roma a titolare di una squadra che è in finale di Europa League, un bel salto.

E’ vero. Sapevo che la mia squadra era buona, che era stata costruita bene, ma non mi aspettavo di arrivare

in finale. Siamo stati bravi e fortunati. E adesso, col Porto, ce la giochiamo.

A Dublino troverete di fronte Villas Boas, un allenatore che piace molto alla Roma.

E ci credo (ride, ndr). Lui è uno bravissimo. Fa giocare bene le sue squadre e poi è capace di gestire le

pressioni. Ha vinto il campionato in anticipo, è in finale di Coppa di Portogallo e di Europa League, può vincere tutto. Anche se, ovviamente, io spero si fermi a due trofei.

Potrebbe essere lui l’allenatore giusto per la Roma?

Non lo so, anche Montella è bravo, me lo dicono tutti. Villas Boas è un grande, se davvero la Roma lo prendesse sarebbe un affare.

Oltre a Doni, chi sente della Roma?

Cinque minuti fa parlavo con Cassetti, poi sono amico di Perrotta, Simplicio, Mexes, e anche


Tonetto mi chiama spesso. Ogni volta che li sento sono felice, a Roma ho passato momenti incredibili. Sa una cosa?

Prego.

Io sono stato davvero orgoglioso di indossare la maglia della Roma e mi fa piacere dirlo in questa intervista (segue qualche secondo di silenzio, ndr). So che lo dicono in tanti, ma per me è stato davvero così. Quando ho iniziato col calcio non pensavo che avrei giocato in una squadra tanto prestigiosa. Ecco perché faccio sempre il tifo per loro. Quest’anno hanno reso meno di quello che potevano, credo che abbiano risentito di tutto

quello che è successo in società. 

Stasera vedrà la partita?

Certo, sarò in ritiro col Braga e la vedrò insieme ai miei nuovi compagni.

Pronostico?

Dico Roma: 1-0.

Gol di?

. Quando comincia a segnare er
(testuale, ndr) non se ferma più.