IL ROMANISTA (R. IACOPINI) - Ci risiamo. Per lundicesima volta su diciasette partite, il Casms vieta la trasferta ai tifosi della Roma. Il Viminale, infatti, ha disposto il divieto ai residenti nella regione Lazio di acquistare i tagliandi per Udinese-Roma di sabato 9 aprile.
IL ROMANISTA (R. IACOPINI) -
Ci risiamo. Per lundicesima volta su diciasette partite, il Casms vieta la trasferta ai tifosi della Roma. Il Viminale, infatti, ha disposto il divieto ai residenti nella regione Lazio di acquistare i tagliandi per Udinese-Roma di sabato 9 aprile. Il che, di fatto, equivale a vietare la trasferta. Perché è vero che i possessori di Tessera del tifoso potranno comprare il biglietto, è vero che i residenti fuori dal Lazio potranno recarsi a Udine, ma il cuore pulsante del tifo romanista non potrà di certo farlo, vista la nota posizione della curva sud nei riguardi della Tessera. Una decisione davvero incomprensibile quella del Casms, sia perché nel passato non si sono mai verificati grossi problemi tra giallorossi e friulani, sia perché la partita di Udine rappresenta un crocevia fondamentale nella stagione romanista e nella rincorsa alla zona Champions. E affrontare questa sfida così delicata senza il sostegno dei propri tifosi è sicuramente un grave danno per la Roma. I numeri stanno lì a dimostrare quanto detto. Nelle prime tre trasferte di questa stagione (Cagliari, Brescia e Napoli) i tifosi giallorossi non hanno mai superato le quaranta unità. Alla quarta trasferta, quella di Parma, la prima totalmente libera, i romanisti sono stati invece più di mille. Una differenza non da poco, che chi afferma di voler riportare la gente negli stadi dovrebbe tenere a mente.
E la differenza sta anche nei risultati. La partita del Tardini, infatti, è stata la prima in cui la Roma è riuscita a raccogliere un punto fuori casa. La prima vittoria lontano dallOlimpico è giunta poi alla seconda trasferta senza alcuna limitazione, quella del Meazza contro il Milan, dove i giallorossi sono stati seguiti da quasi tremila tifosi. E qui si ritorna al discorso riguardante la poca comprensibilità di alcune scelte del Casms. Perché infatti permettere ai tifosi romanisti di recarsi a Milano, in una partita realmente a rischio (non si può dimenticare quel maledetto 4 giugno 1989, quando perse la vita Antonio De Falchi), mentre solo due settimane prima era stata vietata una trasferta come quella di Verona contro il Chievo? Una trasferta tranquilla, come avevano dimostrato nella passata stagione i circa 15000 cuori romanisti accorsi nella città veneta per inseguire il sogno tricolore. Il Viminale si è giustificato spiegando che, quando si è giocata la partita di Verona, erano in corso delle indagini sugli incidenti avvenuti durante lamichevole PescaraRoma dell8 agosto scorso, indagini che hanno portato allarresto di 11 tifosi romanisti proprio poco prima della sfida col Milan. Tolti di mezzo questi soggetti, dunque, il Casms non ha considerato più pericoloso il pubblico romanista. Quindi, per 11 potenziali facinorosi, si è impedito a migliaia di appassionati di seguire la propria squadra del cuore? E perché allora, dopo le trasferte libere di Cesena e di Genova con la Samp, in cui i tifosi giallorossi non hanno creato problemi, si è tornato a vietare tutte le altre trasferte? La risposta a questi interrogativi porta a una sconsolante conclusione, ossia che i tifosi romanisti sono, evidentemente, considerati un pericolo pubblico. E questo nonostante la grande maturità dimostrata in questi ultimi anni. Se però la Tessera doveva essere uno strumento utile, agli occhi di chi lha ideato, anche e soprattutto per riportare la gente allo stadio, finora il risultato ottenuto è stato lesatto opposto.